Egitto: Mubarak cerca il dialogo, no da opposizioni
I manifestanti: "Sciopero generale e corteo". Petrolio, Brent oltre i 100 dollari. Italia: "Proteggere diplomatici Ue". Frattini a Belpietro: "No a deriva islamista"
Settimo giorno di proteste in Egitto. Centinaia di persone, già dall'alba, occupano piazza Tahrir al Cairo sfidando il coprifuoco. Che, peraltro, non viene applicato dall'esercito, spesso apparso spaesato e incapace di azioni decise per impedire la formazione dei gruppi di manifestanti. La gente scende ancora in piazza e chiede uno sciopero generale a tempo indeterminato a partire da oggi, e una grandissima "marcia di milioni di persone" per domani. Il governo ha quindi deciso di sospendere, alla vigilia di questa manifestazione, la circolazione ferroviaria in tutto il Paese. Chiusa anche la metropolitana del Cairo. ARRESTATI E RILASCIATI 6 GIORNALISTI - Al Jazeera International, inoltre, fa sapere che alcune unità dell'esercito egiziano hanno tenuto in stato di fermo per circa un'ora sei giornalisti dell'emittente, sequestrandone le telecamere: i responsabili e i conduttori del canale hanno chiesto ai blogger dello Stato nordafricano di inviare notizie e foto degli scontri. Nella giornata di domenica il governo egiziano aveva disposto la chiusura dell'ufficio della tv al Cairo e aveva ritirato gli accrediti stampa a tutti i suoi giornalisti. MUBARAK RESISTE - Prima piccola concessione da parte del presidente Hosni Mubarak: ha chiesto al suo nuovo esecutivo (composto da nuovi incarichi, ma dagli stessi nomi del passato) di dialogare con le opposizioni per riportare la democrazia nel Paese. I Fratelli Musulmani avrebbero fatto sapere che è troppo tardi per cercare un accordo. In precedenza il presidente aveva proposto di mantenere i sussidi, controllare l'inflazione tagliando i prezzi e aumentare i posti di lavoro. Su Mubarak, però, gravano le pressioni internazionali per far cessare al più presto le manifestazioni che hanno causato almeno 150 morti in tutto il Paese. Con la stessa logica Mubarak, nella mattinata di lunedì, ha scelto il nuovo capo dei Servizi Segreti: è il generale Murad Mowafi, ex governatore del Sinai (va a sostituire Suleiman, nuovo premier). Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha affermato che in Egitto serve "una transizione ordinata verso un governo che risponda alle aspirazioni del popolo". Come dire: Mubarak ascolti la folla e faccia un passo indietro. Tanto che un "governo di transizione" è da settimane la richiesta chiara e ferma dell'opposizione, primi fra tutti i Fratelli Musulmani, che hanno delegato a Mohamed El Baradei di negoziarlo. EL BARADEI LEADER DELL'OPPOSIZIONE - L'ex capo dell'Aiea, intanto, è sempre più il leader acclamato dal popolo: "Per l'Egitto si apre una nuova era", dichiara ai microfoni delle tv di tutto il mondo da una tesissima piazza Tahrir. La folla lo ascolta, e lo incita ad andare avanti. Secondo il Sunday Times, il neo vicepresidente egiziano Omar Suleiman e il ministro della Difesa Mohammed Tantawi (fedelissimi del presidente) avrebbero chiesto a Mubarak di dimettersi, prospettandogli una soluzione "rispettabile" che salvaguardi i frutti della sua decennale presidenza. Leggi l'intervista realizzata da Maurizio Belpietro al ministro degli Esteri Franco Frattini ITALIA: "PROTEZIONE PER CITTADINI E DIPLOMATICI UE" - L'Italia, portavoce del coordinamento delle missioni diplomatiche dell'Ue al Cairo, ha chiesto "imperativamente " alle autorità egiziane di proteggere i cittadini e le missioni del Vecchio Continente. La richiesta è stata avanzata dall'ambasciatore di Roma al Cairo, Claudio Pacifico. Si aggiorna di ora in ora, intanto, la lista dei Paesi di tutto il mondo che stanno inviando al Cairo aerei con cui rimpatriare i propri cittadini. Nelle ultime ore sono state confermate iniziative di questo tipo da parte dei governi di Canada, Cina, Iran, Kuwait, Turchia, Israele, India, Nuova Zelanda, Australia. Anche il Giappone ha allestito alcuni aerei: centinaia di cittadini nipponici lasceranno lo Stato nordafricano nelle prossime ore per fare scalo a Roma prima di tornare in Asia. Si apprende, intanto, che gli italiani al momento in Egitto sono circa 15.500, di cui 7mila turisti: 130 di loro torneranno in Patria a bordo di un C-130. Atterreranno a Ciampino intorno alle 00:30. EURO E PETROLIO - La crisi in Egitto, intanto, continua ad avere ripercussioni sul rapporto euro-dollaro e sul petrolio. La moneta unica europea ha aperto sotto quota 1,36 dollari, dopo aver toccato quota 1,3571. Ma soprattutto il prezzo del Brent, per la prima volta da ottobre 2008, ha superato alla Borsa di Londra la soglia psicologica dei 100 dollari al barile.