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Lo sgambetto di Casini: "No al federalismo"

Bossi replica: "Chi non lo vota non farà patti con noi". Leader Udc contro la Lega: "Voteremo no al decreto sul fisco municipale"

Andrea Tempestini
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Il Terzo Polo, compatto, "voterà contro" il decreto del federalismo fiscale sul fisco municipale. Lo ha dichiarato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, intervistato a margine di una conferenza stampa a Montecitorio. Il decreto, ha aggiunto, "così com'è rischia di dare il colpo finale all'autonomia dei Comuni". Lo scontro tra maggioranza e opposizione, dal piano delle accuse personali nei confronti del permier, si sposta a quello politico, e dopo gli ammiccamenti del centrosinistra a Umberto Bossi (che non si è lasciato incantare), è arrivata la vendetta terzopolista. LA RISPOSTA LEGHISTA - "Chi non vota il federalismo fiscale, non farà accordi con noi". Arriva a stretto giro di posta la replica del leader leghista Umberto Bossi ai 'ricatti' di terzopolisti e Pd.  Il capogruppo della Lega alla Camera Marco Reguzzoni non dispera: "Non è una novità che l'Udc sia contraria. Ma bisogna essere ottimisti, non credo si arriverà ad una bocciatura del federalismo in bicameralina. Siamo ottimisti sulla definizione di un accordo con l'Anci e perché no, anche con l'opposizione. Nell'agenda di governo - ha concluso Reguzzoni - il federalismo occupa il posto numero uno". Dello stesso tenore le parole di Roberto Formigoni, governatore della Lombardia: "Sono ottimista, confido nella ragionevolezza di tutti gli attori in campo. Mi auguro che prevalga il buonsenso". TREMONTI SUL FEDERALISMO - In precedenza a parlare proprio di federalismo era stato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, spiegando che il federalismo fiscale "non inizia e non finisce oggi, è iniziato da un po' di tempo: è un grande processo riformatore che inizia e si svilupperà nei prossimi anni". Il governo, ha poi spiegato, vuole soprattutto rassicurare i cittadini: il federalismo non comporterà obbligatoriamente l'introduzione di nuove tasse o di aliquote più elevate delle vecchie imposte. "Le addizionali", ha spiegato Tremonti, "non sono un obbligo ma una facoltà e la scelta dipenderà dai cittadini. Il cittadino potrà dire all'ente locale: non mettere le addizionali, non abusare con le imposte, perchè puoi dare servizi migliori a costi minori. Per gli amministratori quello delle addizionali non è più un meccanismo obbligatorio". Il ministro, intervenendo alla ventesima edizione del Convegno del "Sole 24 Ore Telefisco", ha sottolineato come quella federale "sarà la prima riforma fiscale del nuovo secolo e sarà l'Italia a farla". LOGICHE POLITICHE - La riforma del federalismo fiscale, ha proseguito Tremonti, "è stata frenata da logiche politiche: il federalismo municipale è in Parlamento dal 5 agosto, com'è che oggi viene chiesta una ulteriore riflessione?". L'Italia "è l'unico Paese in Europa che non ha finanza locale: molte imposte sono chiamate locali ma in realtà sono statali. L'Italia", conclude Tremonti, "era più federalista ai tempi del fascismo che oggi".

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