Lo sgambetto di Casini: "No al federalismo"
Bossi replica: "Chi non lo vota non farà patti con noi". Leader Udc contro la Lega: "Voteremo no al decreto sul fisco municipale"
Il Terzo Polo, compatto, "voterà contro" il decreto del federalismo fiscale sul fisco municipale. Lo ha dichiarato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, intervistato a margine di una conferenza stampa a Montecitorio. Il decreto, ha aggiunto, "così com'è rischia di dare il colpo finale all'autonomia dei Comuni". Lo scontro tra maggioranza e opposizione, dal piano delle accuse personali nei confronti del permier, si sposta a quello politico, e dopo gli ammiccamenti del centrosinistra a Umberto Bossi (che non si è lasciato incantare), è arrivata la vendetta terzopolista. LA RISPOSTA LEGHISTA - "Chi non vota il federalismo fiscale, non farà accordi con noi". Arriva a stretto giro di posta la replica del leader leghista Umberto Bossi ai 'ricatti' di terzopolisti e Pd. Il capogruppo della Lega alla Camera Marco Reguzzoni non dispera: "Non è una novità che l'Udc sia contraria. Ma bisogna essere ottimisti, non credo si arriverà ad una bocciatura del federalismo in bicameralina. Siamo ottimisti sulla definizione di un accordo con l'Anci e perché no, anche con l'opposizione. Nell'agenda di governo - ha concluso Reguzzoni - il federalismo occupa il posto numero uno". Dello stesso tenore le parole di Roberto Formigoni, governatore della Lombardia: "Sono ottimista, confido nella ragionevolezza di tutti gli attori in campo. Mi auguro che prevalga il buonsenso". TREMONTI SUL FEDERALISMO - In precedenza a parlare proprio di federalismo era stato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, spiegando che il federalismo fiscale "non inizia e non finisce oggi, è iniziato da un po' di tempo: è un grande processo riformatore che inizia e si svilupperà nei prossimi anni". Il governo, ha poi spiegato, vuole soprattutto rassicurare i cittadini: il federalismo non comporterà obbligatoriamente l'introduzione di nuove tasse o di aliquote più elevate delle vecchie imposte. "Le addizionali", ha spiegato Tremonti, "non sono un obbligo ma una facoltà e la scelta dipenderà dai cittadini. Il cittadino potrà dire all'ente locale: non mettere le addizionali, non abusare con le imposte, perchè puoi dare servizi migliori a costi minori. Per gli amministratori quello delle addizionali non è più un meccanismo obbligatorio". Il ministro, intervenendo alla ventesima edizione del Convegno del "Sole 24 Ore Telefisco", ha sottolineato come quella federale "sarà la prima riforma fiscale del nuovo secolo e sarà l'Italia a farla". LOGICHE POLITICHE - La riforma del federalismo fiscale, ha proseguito Tremonti, "è stata frenata da logiche politiche: il federalismo municipale è in Parlamento dal 5 agosto, com'è che oggi viene chiesta una ulteriore riflessione?". L'Italia "è l'unico Paese in Europa che non ha finanza locale: molte imposte sono chiamate locali ma in realtà sono statali. L'Italia", conclude Tremonti, "era più federalista ai tempi del fascismo che oggi".