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Bossi, staffetta col Cav: "Qui ci pensiamo noi"

Il Senatùr: "Silvio riposi un po', la situazione la prende in mano la Lega". Dimissioni? "Quella cosa lì non la fa. Berlusconi è stato trattato come un mafioso"

Andrea Tempestini
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Il Senatùr è un fiume in piena, e cerca di prendere in mano la difficile situazione in cui si trova il governo per le indagini della procura di Milano. "Un consiglio a Berlusconi? Vada a riposare un po' da qualche parte, che qui ci pensiamo noi". Così Umberto Bossi ai giornalisti. Poi spiega a chi si riferisce quel "noi": "Alla Lega Nord". "DIMISSIONI? MAI" - Il leader del Carroccio respinge con fermezza le ipotesi di dimissioni del premier: "E' inutile chiedere cose che non servono a niente", spiega, "si sa bene che quella cosa lì non la fa. Berlusconi", ha sottolineato Bossi, "è stato praticamente circondato e tenuto sotto pressione e controllato da tutte le parti. In un Paese normale e democratico queste cose non avvengono e il presidente del Consiglio non è mica la mafia". Per la tenuta dell'attuale maggioranza, si confida sul cosiddetto gruppo dei "responsabili". E a chi ha chiesto se saranno loro la stampella decisiva per far reggere questo governo, Bossi ha risposto: "Vediamo non sono un mago". L'alternativa sarebbe il voto anticipato, un'ipotesi che Bossi "spera" sia più lontana: "Se abbiamo i numeri possiamo andare avanti, sennò c'è sempre il voto". SULLA CHIESA - Nella mattinata di venerdì, il Papa ha parlato di moralità e politica. E dopo le frecciate del giorno precedente, Bossi è tornato ad esprimersi sulle posizioni della Chiesa, definendo le parole del Santo Padre "giuste: se non le dice lui, chi le deve dire?". Una frase con cui spegnere le polemiche sul nascere. FEDERALISMO - Non poteva mancare una battuta su quella che per la Lega Nord è la madre di tutte le riforme, il federalismo. "Spero che il provvedimento passi. Per ora è andata bene", ha risposto il ministro per le Riforme commentando il rinvio di una settimana dell'emanazione del decreto legislativo sul fisco municipale. "Si tratta solo di qualche giorno in più per gli emendamenti". Immancabile, è arrivata anche la pernacchia: il Senatùr ha afferrato il microfono e risposto così a uno dei cronisti che lo inseguivano chiedendogli un commento sulla richiesta di prorogare di altri sei mesi i termini della legge che introduce il federalismo fiscale. AFGHANISTAN - "Fra un anno e mezzo si viene via". Bossi fissa la scadenza della missione italiana in Afghanistan, sottolineando però che "una scelta affrettata rischierebbe di provocare conseguenze negative. Secondo me è giusto rimanere ancora in Afghanistan", perché "se molli la pressione devi mettere in programma un terrarismo islamico che aumenterebbe di sicuro. C'è un morto e questo dispiace", ha concluso, "ma la guerra non è iniziata per caso".

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