Fini scorda i suoi peccati: "Silvio, serve moralità"
Il presidente della Camera: "Ride solo lui. In gioco il buon nome dell'Italia". Dal leader Fli ancora silenzio su auto blu e Montecarlo...
Gianfranco Fini sale sul pulpito per incantare tutti con la sua ultima predica. Il presidente alla Camera coglie l'occasione della lettura a Montecitorio dei discorsi parlamentari di Luigi Preti (deputato socialista dalla prima alla decima legislatura dell'Italia repubblicana) per ribadire le sue posizioni, sempre più schiacciate a sinistra e ormai diluite in quelle del Pd e dei dipietristi. Obiettivo dell'attacco, inutile sottolinearlo, il premier ed ex alleato, Silvio Berlusconi. UNA QUESTIONE DI PRINCIPI - "Luigi Preti fu a tutto tondo un uomo di Stato, e non lo fu solo nelle funzioni che svolse e nel modo in cui le svolse, ma nei principi che affermò e testimoniò, a partire dal senso alto dell'etica pubblica, dalla dedizione al bene comune, dal sostegno alla causa del progresso della società", sacndisce bene le parole Fini, e il riferimento al Cavaliere è un segreto di Pulcinella. LA PREDICA - "L'approccio di Preti ai vari problemi va naturalmente ricompreso nel clima storico di decenni lontani, ma presenta anche indubbi profili di attualità, se consideriamo l'opposizione decisa a ogni forma di ideologismo, più volte ribadita insieme con il richiamo al principio di razionalità che deve sempre guidare l'azione di governo in campo economico". Belle parole. Peccato che a pronunciarle sia lo stesso presidente della Camera coinvolto nello scandalo della casa di Montecarlo, in quello delle "auto blù" e al centro di recenti pettegolezzi in salsa hot, simili a quelli che stanno travolgendo Silvio Berlusconi. "SI DIVERTE SOLO LUI" - A margine del convegno, il leader della pattuglia futurista ha reso ancor più esplicito l'attacco. Silvio Berlusconi, spiega, "è l'unico a trovare qualcosa di divertente nella vicenda che lo coinvolge". Questa la frase con cui Fini ha rotto il silenzio sulla vicenda Ruby. "Cosa ci sia di divertente in questa vicenda", aggiunge, "francamente non lo capisco. E' legittimo essere preoccupati per quel che sta accadendo. E' in gioco il buon nome degli italiani nel mondo", punge il presidente della Camera, facendosi paladino della moralità comune. "Gli italiani", conclude, "sono sconcertati dalla gravità delle accuse di cui è oggetto Silvio Berlusconi". LA REPLICA DI CAPEZZONE - Una replica alle parole di Fini è arrivata dal portavoce del Pdl, Daniele Capezzone. "Ne abbiamo viste tante in questi mesi, ma che ora Fini si proponga come grande custode del buon nome dell'Italia, di ogni virtù civile, e perfino della moralità privata di tutti gli italiani, con tanto di espressione corrucciata, sembra francamente un pò troppo". Capezzon poi aggiunge: "Per ora, è stato un compito per lui impossibile anche apparire super partes per tre giorni consecutivi. Figuriamoci missioni più impegnative...". IL COMUNICATO DEL TERZO POLO - La parole "elezioni e dimissioni", Fini però non le ha pronunciate: le subappalta al comunicato diffuso al termine di una riunione dei partiti del Terzo Polo (l'Api di Rutelli, l'Udc, l'Mpa e i futuristi). "Berlusconi chiarisca nelle sedi competenti il caso Ruby o si dimetta", recita la nota congiunta. "Altrimenti, nel rispetto delle prerogative del Capo dello Stato, è meglio chiedere ai cittadini, attraverso il voto, di realizzare il cambiamento necessario e urgente. Se il presidente del Consiglio non è in grado di rassicurare un'opinione pubblica profondamente e giustamente turbata", si conclude il comunicato, "deve rassegnare le dimissioni e consentire così al Paese la serenità e la speranza per un futuro miglioroe e alle istituzioni di realizzare le riforme necessarie".