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Istat: un giovane su cinque non studia né lavora

Quadro allarmante dal rapporto "Noi Italia". Sud indietro per asili nido, quasi 1200 euro l'anno per la sanità

domenico d'alessandro
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Un quinto dei giovani italiani non studia né lavora. Il quadro inquietante emerge dall'Istat, secondo cui i ragazzi "non più inseriti in un percorso scolastico-formativo, ma neppure impegnati in un'attività lavorativa, sono poco più di due milioni, il 21,2% tra i 15-29enni, la quota più elevata a livello europeo". Il nostro Paese, poi, è fanalino di coda nel continente anche per tasso di occupazione femminile: ha un lavoro meno di un'italiana su due, il 46,4%. L'Istituto nazionale di statistica, nel rapporto "Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo", fa riferimento a dati del 2009. DISOCCUPATI DI LUNGA DURATA - Circa il 45% dei disoccupati, poi, è in cerca di lavoro da oltre un anno: questo dato fa registrare all'Italia una tra le quote di disoccupazione di lunga durata più alte dell'Unione Europea a 27, pari al 44,4%. LAVORO IRREGOLARE - I lavoratori irregolari sono quasi il 12% della popolazione italiana, mentre nel Mezzogiorno la quota sale quasi al 20% (con punte del 25% nell'agricoltura). La Regione con la quota più alta è la Calabria (26,6%), mentre quella con la più bassa è l'Emilia Romagna (8,5%). PERICOLO CRIMINALITA' - Il 27% delle famiglie "segnala la presenza di rischio di criminalità nella zona in cui vive: il confronto con i dati relativi al 2009 mostra una diminuzione di oltre due punti percentuali della percezione del rischio di criminalita' su tutto il territorio nazionale". SPESA PER LA SANITA' - Per la sanità le famiglie italiane spendono quasi 1.178 euro l'anno: rappresenta l'1,9% del Pil nazionale. La spesa sanitaria pubblica ammonta a oltre 110 miliardi di euro e supera i 1800 euro annui per abitante. SERVIZI PER L'INFANZIA - Quasi metà degli over 24 ha, come titolo di studio più elevato, la licenza media inferiore. La media Ue 27 è del 27,9%. Asili nido, micronidi e altri servizi integrativi-innovativi per l'infanzia sono presenti nel 51% dei comuni italiani, il 12,6% in più rispetto al 2004 (anche in questo caso i picchi negativi si registrano nel Mezzogiorno). STRANIERI - Infine, i cittadini stranieri iscritti nelle anagrafi sono oltre 4,2 milioni, il 7% del totale dei residenti. Rispetto al 2001 sono più che triplicati, mentre sono aumentati dell'8,8% tra il 2009 e il 2010.

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