Torna Moqtada al-Sadr: "Via i nemici americani"
Il leader sciita al rientro in Iraq dopo quattro anni di esilio: "Siamo combattenti, no a Usa, Israele e Gran Bretagna, bersagli comuni"
"Siamo ancora combattenti e diciamo no all'America". Con queste parole è tornato a calcare la scena pubblica in Iraq Moqtada al-Sadr, il leader radicale sciita iracheno, che dopo quattro anni di esilio volontario in Iran attacca frontalmente gli Stati Uniti. "I COMUNI NEMICI" - Nel suo primo discorso pubbblico dopo il ritorno a Najaf, Moqtada ha definito Stati Uniti, Israele e Gran Bretagna i "comuni nemici", ed ha chiesto ai suoi seguaci di proseguire la "resistenza con tutti i mezzi". Nella città si è creato un raduno di migliaia di iracheni, sia seguaci del fondamentalista anti-Usa, sia detrattori, uniti dalla volontà di capire che direzione prenderà il movimento del leader sciita. "STATE COL GOVERNO" - Ai suoi seguaci, il 37enne leader religioso ha poi chiesto di offrire una possibilità al nuovo governo iracheno di Nouri al-Maliki. "Se serve il popolo e la sua sicurezza, noi siamo con lui", ha continuato Moqtada al-Sadr, "se non lo facesse ci sono modi per sistemare le cose, ma sono solo politici". CHI E' AL-SADR - Sadr, 37 anni, fuggì dall'Iraq nel 2007, ma rimane una figura influente nel Paese: il suo ruolo è stato decisivo nell'assegnazione del secondo mandato all'attuale premier Nouri al-Maliki. Dopo l'invasione operata dagli Stati Uniti diede vita a un braccio armato, l'esercito del Mehdi, che ha combattuto contro le truppe americane ed è ritenuto responsabile delle stragi che hanno insanguinato Bagdad e il sud dell'Iraq nel dopo-Saddam, finché lo stesso Sadr non ordinò nell'agosto 2008 la sospensione delle attività militari.