Battisti in cella: "No a rilascio immediato"
Il Supremo tribunale brasiliano: "Resta in carcere". Prima sconfitta per Lula / Il dietrofront di Carlà e la campagna di Libero
Cesare Battisti rimane in prigione. Lo ha deciso il presidente del Supremo Tribunal Federal, Cezar Peluso, bloccando "l'immediato rilascio" chiesto dai legali del terrorista rosso, condannato in Italia all'ergastolo e per cui l'ex presidente brasiliano Lula ha negato l'estradizione. "SOSPENDERE E ANNULLARE" - E proprio sul no del predecessore di Dilma Rousseff, un parlamentare brasiliano ha chiesto all'Alta Corte di "sospendere e annullare" tale decisione, proposta accolta dallo stesso Peluso. Del caso Battisti ora si occuperà, a febbraio, Gilmar Mendes, uno dei magistrati dell'Stf che è il 'relatore' della vicenda presso alla Corte. Sia Peluso sia Mendes un anno fa si pronunciarono per l'estradizione di Battisti. Una piccola vittoria per l'Italia e per chi vuole l'estradizione del criminale (in Brasile, la grande maggioranza dell'opinione pubblica ha criticato la posizione di Lula). Per Peluso "non c'è alcun fatto specifico o nuovo" sull'eventuale persecuzione o discriminazione che Battisti sostiene di poter subire in caso di estradizione. REAZIONE DEL LEGALE - Immediata la reazione del legale del terrorista, Luis Roberto Barroso. La misura decisa "dall'eminente president" Peluso "viola" quanto deciso da Lula "e il principio della separazione dei poteri in uno Stato democratico di diritto". Durissimo, in pratica, il giudizio del legale di Battisti: quello del Supremo Tribunal Federal sarebbe "una specie di colpo di Stato", in quanto Peluso avrebbe trasformato "una decisione personale nella posizione dell'Stf". IL DIETROFRONT DI CARLA BRUNI LA CAMPAGNA DI LIBERO