Fiat-sindacati: è intesa su Pomigliano. Barricate Fiom. I punti dell'accordo
Cisl e Uil, sì al Lingotto: 4.600 assunzioni. Metalmeccanici: sciopero generale il 28 gennaio / COSA CAMBIA
Dopo l'estate degli scontri e l'estenuante trattativa da cui la Fiom si è sempre defilata, Fiat, l'associazione quadri del Lingotto e i sindacati Ugl, Fim, Uilm e Fismc hanno siglato il contratto per l'assunzione dei 4.600 dipendenti dello stabilimento campano di Pomigliano d'Arco. Leggi i dettagli dell'accordo punto per punto. A partire da gennaio 2011 i lavoratori saranno riassunti dalla Newco sulla base dell'accordo separato siglato il 15 giugno scorso. A Pomigliano a partire dal dicembre del prossimo anno sarà prodotta la nuova Panda. Per i dipendenti, l'incremento salariale medio dovrebbe essere nell'ordine dei 360 euro lordi l'anno a regime, ovvero circa 30 euro lordi al mese. Tra le novità, l'inquadramento dei lavoratori che prevedono nuove fasce intermedie allo scopo di agevolare l'avanzamento professionale. Esulta il ministro del Welfare Maurizio Sacconi: "L'accordo è un punto di svolta, sono state superate le barriere ideologiche". FIOM PROCLAMA SCIOPERO GENERALE - Per tutta risposta, pochi minuti dopo la sigla dell'accordo, è stata dichiarato lo sciopero generale della Fiom, a cui mancava soltanto il crisma dell'ufficialità. Con 102 voti a favore, 29 astenuti e nessun voto contrario, il Comitato centrale del sindacato metalmeccanico ha approvato la proposta della segreteria di proclamare lo sciopero di otto ore dei metalmeccanici per il prossimo 28 gennaio. LANDINI, "POMIGLIANO, ATTO ANTI-SINDACALE" - Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, nella mattinata di mercoledì aveva dichiarato che "è necessario che questo comitato centrale decida oggi (mercoledì 29 dicembre, ndr) lo sciopero generale di tutti i metalmeccanici di 8 ore da collocare nella giornata del 28 gennaio con manifestazioni regionali". L'accordo di Pomigliano, continua Landini, "è un atto anti-sindacale, anti-democratico e autoritario che non ha precedenti: c'è bisogno di reagire e questo riguarda tutti i lavoratori metalmeccaninci. Non si può far passare l'idea che bisogna cancellare i diritti e lo sciopero deve dimostrare che tutti i metalmeccanici non vogliono far passare questa linea" L'APPELLO - "Noi vogliamo salvare la filiera dell'auto in Italia". Questo l'appello lanciato prima della sigla dell'accordo, nella mattinata di mercoledì, da Antonio D'Anolfo, il segretario nazionale della Ugl metalmeccanici, che ha parlato prima di entrare all'incontro. "Da noi Fiat produce solo il 30% della produzione mondiale", ha proseguito D'Anolfo: "Bisogna fare i conti con la delocalizzazione. Le auto si producono in tutto il mondo. L'auspicio è quello di chiudere l'accordo entro oggi". FIOM ISOLATA - Alla stipula del nuovo contratto, mancava ovviamente la rappresentanza Fiom, che ha proclamato uno sciopero generale al quale parteciperà da sola. Per Giovanni Sgambati, segretario regionale della Campania della Uilm, l'assenza al tavolo "è un errore", che ora "commetteranno anche su Mirafiori. Solo con le proteste", sottolinea Sgambati, "non si fanno accordi condivisi. C'è bisogno di un atteggiamento di responsabilità. Mi auspico che la Fiom ci ripensi". Simile il registro delle dichiarazioni di Felice Mercogliano, segretario regionale campano della Fismic: "La newco è fuori da Confindustria, quindi c'è bisogno di un nuovo contratto per riassumere i lavoratori: speriamo di chiudere già oggi, in modo da poter offrire subito ai lavoratori i miglioramenti di questo nuovo contratto rispetto al precedente. Ci dispiace", ha continuato Mercogliano, "che un grande sindacato come la Fiom non abbia voluto fare un passo in avanti per salvare tanti posti di lavoro". SCONTRO CREMASCHI-ANGELETTI - Intanto è polemica sulle dichiarazioni di Giorgio Cremaschi (Fiom), che ha risposto alle accuse di Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, secondo cui la Cgil ha smesso di essere un sindacato per essere un movimento politico in cerca di visibilità. Per Cremaschi "è solo l'autodifesa di un sindacato totalmente in mano all'azienda. Angeletti e Bonanni sono la vergogna del sindacalismo italiano", ha concluso. Frasi che per Giorgio Santini, segretario generale aggiunto della Cisl, sono "di inaccettabile istigazione alla violenza".