Roma, ordigno al consolato greco. Poteva esplodere
Dopo gli attentati della scorsa settimana, bomba nell'ambasciata di Atene. Allarmi in sede Venezuela, Monaco, Finlandia, Albania
A Roma è di nuovo tempio di "allarmi bomba". In ballo ci sono ancora le ambasciate: due pacchi sospetti sono stati recapitati alla rappresentanza greca e a quella del Venezuela. Poi un plico sospetto è arrivato alla sede dell'ambasciata della Finlandia e a quella albanese. Quello giunto all'ambasciata ellenica era un vero e proprio ordigno: gli artificeri dei carabinieri lo hanno disinnescato. Il secondo pacco, invece, era solo un'intimidazione: falso allarme. La scorsa settimana due pacchi bomba, rivendicati da un gruppo anarchico, sono esplosi all'ambasciata svizzera e a quella del Cile, provocando il ferimento di due persone. GRECIA - Il governo di Atene ha reagito senza allarmismi alla notizia del pico bomba inviato (e intercettato) all'ambasciata ellenica. Le autorità greche hanno sottolinato come grazie alla "piena cooperazione" con quelle italiane, la situazione è "sotto controllo". Il portavoce del del ministero degli esteri, Grigori Delavekuras, ha detto che in base a ciò che risulta alla polizia italiana (informazioni condivise con quella greca), non esistono al momento indicazioni di un collegamento materiale fra queste azioni dinamitarde in Italia e l'ondata di pacchetti bomba in Grecia dello scorso novembre. Dopo la prima ondata di pacchi esplosivi contro sedi diplomatiche nella capitale italiana, era stata comunque rafforzata la sorveglianza presso le rappresentanze diplomatiche e consolari locali. LA SOLIDARIETA' DI ALEMANNO - "Desidero esprimere piena solidarietà all'Ambasciatore Michalis Cambanis e a tutta la rappresentanza greca, per essere stata il nuovo bersaglio di una seriedi episodi inquietanti che in questi giorni stanno agitando la nostra città. Per fortuna, in questo caso non ci sono state conseguenze, tuttavia aspettiamo che gli investigatori facciano maggior luce su questi pacchi spediti dall'Italia, anche se già rivendicati nei giorni scorsi". Così in una nota il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. PISTA ANRACHICA - L'ordigno disinnescato dagli artificieri dei carabinieri nell'ambasciata greca è "simile per confezione ed assemblaggio" a quelli esplosi il 23 dicembre scorso nelle sedi diplomatiche di Svizzera e Cile. Il pacco bomba era costituito da una busta gialla, di quelle utilizzate per imballare oggetti fragili, contenente un porta cd con un innesco a strappo. Al momento nessuna rivendicazione è stata fatta, ma l'ambasciata greca era stata nominata nella rivendicazione del Fai, Federazione Anarchica Informale, che ha rivendicato il ritrovamento dei primi ordigni, avvenuto il 23 dicembre scorso. "POTEVA ESPLODERE" - "Il pacco bomba (recapitato all'ambasciata greca, ndr) poteva esplodere" ed "era simile a quelli delle altre ambasciate", è quanto è ha dichiarato ai giornalisti il colonnello Maurizio Mezzavilla, del Comando provinciale dei carabinieri, precisando che "il plico era arrivato per posta ordinaria". Il colonnello del Comando provinciale Salvatore Cagnazzo ha riferito che "il pacco è stato disinnescato" dagli artificieri. Le segnalazioni di sospetti pacchi bomba nelle ambasciate di Venezuela, Danimarca e Principato di Monaco si sono rivelati "falsi allarmi", ha aggiunto. "NO COLLEGAMENTO CON ORDIGNI IN GRECIA" - “Al momento non sono emersi collegamenti” tra i pacchi bomba recapitati alle ambasciate in Italia n questi giorni e gli ordigni delle scorse settimane in Grecia. Lo ha sottolineato il Capo della Polizia, il prefetto Antonio Manganelli, precisando che, in merito agli accertamenti in corso, “con la Grecia c'è piena sintonia, scambio di informazioni ed eccezionale collaborazione”. FINLANDIA E ALBANIA- L'allarme per un sospetto pacco esplosivo alla sede dell'ambasciata finlandese, sulla Passeggiata del Gianicolo, è stato dato da un dipendente della sede diplomatica. Sul posto sono intervenuti gli artificieri dei carabinieri con l'ausilio dei vigili del fuoco. Un altro plico sospetto è stato segnalato all'ambasciata albanese, in via Almara, a Roma. In entrambi i casi si è trattatto di un falso allarme. DANIMARCA E VENEZUELA - Erano invece falsi allarmi bomba quelli scattati nelle ambasciate del Venezuela e della Danimarca: i carabinieri hanno accertato che gli ordigni non avrebbero potuto esplodere. MONACO - Stesso scenario presso la sede diplomatica romanda del Principato di Monaco, in via Saverio Mercadante. Anche in questo caso, il pacco sospetto che era stato segnalato alle autorità, conteneva semplicemente un'agendina.