Campioni di diritti umani. Iran, sette impiccati in una giornata
Nel paese islamico sono 167 le esecuzioni nel 2010. La lotta di Amnesty per salvare un giovane
Sette uomini sono stati impiccati in un solo giorno in Iran, sei per traffico di droga e uno per violenza sessuale, secondo quanto riferisce oggi la stampa di Teheran. 167 ESECUZIONI NEL 2010 - Salgono così a 167 nel 2010 le esecuzioni capitali nel Paese islamico, dove la pena di morte è prevista per numerosi reati, quali l'omicidio, la rapina a mano armata, il traffico di droga, lo spionaggio e la violenza sessuale. Ma può essere applicata, anche se raramente avviene, anche per i colpevoli di adulterio e di omosessualità. Le ultime sette impiccagioni sono avvenute ieri. Ad Ahwaz, nel sud-ovest del Paese, sono saliti sul patibolo tre uomini condannati per traffico di stupefacenti e uno per violenza sessuale. Altri due trafficanti sono stati impiccati a Saveh, vicino a Teheran, e uno a Sari, nel nord dell'Iran. L'APPELLO DI AMNSESTY - Amnesty International ha lanciato un appello alle autorità iraniane a mostrare «clemenza» e a bloccare l'esecuzione di un giovane attivista curdo, che potrebbe essere impiccato oggi a Sanandaj, la capitale del Kurdistan iraniano. Lo si legge in un comunicato dell'organizzazione internazionale per i diritti umani. Habibollah Latifi, 29 anni, è stato riconosciuto colpevole di aver scatenato una «guerra contro Dio» (mohareb) collaborando con un gruppo armato separatista curdo, il Partito della Libera Vita in Kurdistan (Pjak). LA VICENDA - Il giovane, che è stato condannato a morte nel 2008, ha ammesso di essere un sostenitore del Pjak, ma ha negato di aver commesso violenze. Secondo Amnesty, il processo a Latifi si è svolto a porte chiuse e senza avvocato difensore. La condanna a morte è stata confermata in appello nel 2009. Il Kurdistan è da anni teatro di scontri fra forze di sicurezza e militanti curdi. «È chiaro che Latifi non ha avuto un processo equo secondo i criteri internazionali e questo rende la notizia della sua imminente esecuzione ancora più ripugnante», ha detto Malcolm Smart, il direttore di Amnesty per il Medio oriente e il Nord Africa. Ieri 20-30 persone hanno manifestato davanti all'ambasciata iraniana a Parigi contro la condanna di Latifi. Alcuni si sono incatenati alle sbarre dei cancelli.