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Università, riforma vicino al varo tra proteste e prove di dialogo

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Cortei (pacifici?) nelle maggiori città italiane. La Gelmini: "Difficile dialogare con chi insulta"

Cristina Dei Poli
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"Abbiamo dialogato con le figure istituzionali. Il provvedimento è stato più volte esaminato dalla Conferenza dei Rettori, il confronto non è mai venuto meno. E comunque è difficile dialogare con chi insulta o entrare in un'università quando ci sono gravi problemi di ordine pubblico". È quanto afferma in un'intervista a La Stampa il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini parlando del ddl sulla riforma dell'università. È stato esaminato dagli organi consultivi, è passato al vaglio del Parlamento, è stato modificato al Senato e alla Camera. "Comprendo il problema del precariato, della disoccupazione, della crisi ma per risolverli c'è bisogno di una proposta politica, non di cavalcare le paure". "RIFORMA CONTRO IL BARONATO" - "Chi vota contro la riforma dell'Università si schiera per uno status quo indifendibile. Opporsi alla riforma Gelmini significa mantenere una situazione gratificante solo per i baroni, e positiva per nessun altro". Lo dichiara Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. "Tutte le classifiche mondiali - aggiunge - escludono i nostri atenei dalle migliori posizioni: vorrà dire qualcosa? Chi vota contro la riforma Gelmini lavora per continuare a dequalificare la nostra Università, per rendere più difficile la competizione internazionale per i nostri giovani, e - conclude - in ultima analisi per garantirè ai nostri ragazzi un futuro di marginalità e di scarsa o cattiva occupazione". ROMA - È iniziata con 11 minuti di ritardo la seduta del Senato, circostanza denunciata come "inaccettabile" dal senatore del Pd Giovanni Legnini che ha visto in questo ritardo il tentativo di far arrivare i senatori ritardatari della maggioranza. L'Aula prosegue stamani l'esame del ddl sulla riforma dell'università. ASSOCIAZIONE DOTTORANDI - L'Adi (Associazione dottorandi e dottori di ricerca) chiede di riscrivere completamente l'articolo 17 bis: "La maggioranza non conosce nemmeno gli effetti della legge che sta per approvare" e ancora "Se l'articolo 17 bis va letto come l'abolizione della figura del dottorando senza borsa, in assenza di fondi aggiuntivi, ciò porterà alla rapida riduzione del 35% dei dottorandi presenti in Italia" (questa è la percentuale di dottorandi senza borsa che entra ogni anno nel sistema universitario). PROTESTE E CORTEI - Gli universitari, da par loro, annunciano nuove proteste e cortei: "Non chiederemo alcuna autorizzazione e non faremo nessun preavviso alla Questura per la manifestazione di domani. Domani alle 9 e 30 partiremo dalla Sapienza, a piazzale Aldo Moro, e poi decideremo come muoverci, magari con azioni insolite e a sorpresa". Una tombolata simbolica degli studenti sotto il Rettorato di Roma Tre per lanciare il messaggio: "Basta dare i numeri, il nostro futuro non è un gioco". "Abbiamo portato una tombola gigante - racconta Claudio - e stiamo estraendo i numeri importanti per il nostro futuro. Sicuramente tra questi c'è il 14, giorno dell'ultima manifestazione, e il 113, quello del ddl Gelmini, anche se purtroppo nella tombola non c'è. Chiediamo alla classe politica, ma anche al nostro rettore Fabiani, di smetterla di dare i numeri e di scherzare con il nostro futuro". GENOVA - Nel frattempo a Genova oltre 150 tra docenti, dottorandi e ricercatori precari aderenti alla Rete29aprile e alla Flc-Cgil hanno sottoscritto una lettera aperta agli studenti dell'università genovese invitandoli alla mobilitazione contro la riforma Gelmini. Nella lettera si criticano inoltre i vari punti della riforma con capitoli con titoli come "Gelmini contro studenti", "Gelmini contro precari", e ancora "Contro ricercatori di ruolo", "Contro democrazia e libertà della cultura e della scienza" e "Contro autonomia dell'Università". TORINO - Anche a Torino tornano in piazza gli studenti universitari per protestare contro la riforma che domani è all'approvazione del Senato. Nel capoluogo piemontese due i cortei in programma: il primo è previsto da Palazzo Campana, sede delle facoltà scientifiche da ieri occupato ma senza blocco della didattica che dovrebbe raggiungere piazza Carignano per sostare davanti alla sede del primo Parlamento italiano. Un secondo corteo invece è previsto da Palazzo Nuovo sede delle facoltà umanistiche.

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