Assange: "Anche i secondini dalla mia parte"
La prima intervista di Mr Wikileaks dopo il rilascio. "Carcere un incubo, con pedofili e omicidi"
"Sono stato in prigione con pedofili e assassini di bambini": lo ha raccontato Julian Assange a El Pais, nella sua prima intervista da quando è uscito dal carcere di Wandsworth per trasferirsi nella lussuosa residenza messa a sua disposizione dall'amico giornalistaVaughan Smith. Una casa in stile georgiano circondata da laghetti, in questi giorni totalmente coperta di neve. LE GRIDA DI NOTTE NELL'ALA DELL'ORRORE - Il padre-padrone di Wikileaks ha accolto il colelga spagnolo sorridente e di ottimo umore, ma quando è cominciata l'intervista è diventato estremamente serio. "Sono stato nell'ala Onslaw, dove sono rinchiusi 350 detenuti che costituiscono un pericolo per gli altri, persone condannate per delitti sessuali e omicidi di bambini. Io non potevo uscire dalla cella, ma la curiosità intorno a me era molta e diverse persone mi hanno scritto messaggi su bigliettini che mi passavano sotto la porta", ha raccontato Assange. "La notte, era un continuo ascoltare di grida, pedofili che urlavano parlando dei propri crimini", ha puntualizzato. CONTINUE MINACCE DI MORTE - Assange ha confermato come le minacce di morte continuino ad arrivargli senza soluzione di continuità. "Le ricevo io, le ricevono i miei figli, le riceve il mio avvocato", ha spiegato, per poi ribadire che "gran parte delle minacce provengono da membri delle forze armate degli Stati Uniti". Nonostante il difficile clima in cui è costretto a vivere, "mi sento molto determinato per l'appoggio che abbiamo ricevuto su scala mondiale, in particolare in Sudamerica e in Australia. In verità sembra che tutto il mondo ci appoggi". "I SECONDINI DALLA MIA PARTE" - Stando a quanto dichiarato dall'hacker a El Pais, in prigione anche "i secondini erano dalla mia parte: una volta uno di loro mi ha consegnato un biglietto, in cui c'era scritto ci sono due eroi in questo mondo, Martin Luter King e lei". Assange ha parlato anche delle rivelazioni del Guardian sulle due donne che lo accusano di violenza sessuale, ormai note con Miss A e Miss W. "E' solo l'ultima azione della campagna di discredito nei miei confronti", ha detto il 39enne australiano. In particolare ha lamentato che nel pubblicare il fascicolo dell'incriminazione, il quotidiano inglese avrebbe "raccontato solo parte della storia" e avrebbe ignorato "la dichiarazione di una delle due ragazze, che ha riferito di essere stata forzata dalla polizia a confessare".