Processo per direttissima dopo scontri a Roma: liberi tutti (meno uno)
Rilasciati i 23 manifestanti fermati nel dopo-fiducia. Alemanno: "Protesto a nome della città"
Ventidue manifestanti su ventitrè sono tornati liberi. Avevano messo a ferro e fuoco Roma, ma ora escono dal carcere. La decisione circa i violenti scontri scatenati dopo il voto di fiducia dello scorso martedì è della prima Sezione penale del del Tribunale di Roma. La Corte ha deciso per l'ultimo fermato gli arresti domiciliari. Nel dettaglio il tribunale ha confermato i domiciliari solo per Mario Miliucci, secondo l'accusa trovato con due sassi addosso ALEMANNO: "PROTESTO, E' UN'INGIUSTIZIA" - Nel primo pomeriggio, poi, è giunta la reazione del Primo Cittadino della Capitale, Gianni Alemanno: "Sono costretto a protestare a nome della città di Roma contro le decisioni assunte dalle sezioni II e V del Tribunale di Roma di rimettere in libertà in attesa di giudizio quasi tutti gli imputati degli incidenti di martedì scorso - ha detto - C'è una profonda sensazione di ingiustizia di fronte a queste decisioni perché i danni provocati alla città e la gravità degli scontri richiedono ben altra fermezza nel giudizio della magistratura sui presunti responsabili di questi reati". Alemanno ha poi aggiunto: "Non è minimizzando la gravità di questi fatti che si dà il giusto segnale per contrastare il diffondersi della violenza politica nella nostra città, mentre è evidente che queste persone hanno dimostrato, soprattutto in un momento di grande tensione sociale quale quello che stiamo vivendo, di essere soggetti pericolosi per la collettività. C'è veramente da augurarsi di non vedere queste persone di nuovo all'opera quando qualcuno, nei prossimi giorni, cercherà di contrastare le decisioni del Parlamento sulla riforma universitaria". POLVERINI AMAREGGIATA - "Roma è stata violentata, i commercianti hanno subito molti danni e la Regione non farà mancare ad essi il suo contributo. Mi pare una decisione che quantomeno lascia amareggiati", è la reazione della presidente della Regione Lazio Renata Polverini. "Abbiamo assistito a scene di guerriglia - ha continuato - negozi danneggiati, paline divelte, incendi divampati in diverse zone del centro storico. La scarcerazione di chi si è reso colpevole di atti violenti e ingiustificabili, che meritavano una adeguata e severa sanzione, appare quasi come una beffa per i cittadini costretti a vedere la propria città assediata, per i commercianti che ora devono fare i conti con i danni e che la Regione non mancherà di sostenere. Più in generale - ha concluso la Polverini - non è buon segnale per quanti ancora minacciano di tornare in piazza". RISSA IN TRIBUNALE - Al termine dell'udienza di convalida di un gruppo di fermati è scoppiata una rissa tra alcuni amici di uno dei manifestanti e le forze dell'ordine dopo che una ragazza ha tentato di forzare il cordone di polizia formato per far uscire i detenuti. Sono volanti spintoni, qualche parolaccia: la giovane è stata identificata e, in base a quanto si apprende, potrebbe essere denunciata. CITTADELLA GIUDIZIARIA BLINDATA - La cittadella giudiziaria di Roma è blindata da mattina per le direttissime nei confronti di 23 manifestanti fermati durante gli scontri avvenuti nel centro storico della Capitale. Sono circa una decina, tra blindati e auto, i mezzi delle forze dell'ordine che stazionano nella zona dell'ingresso del tribunale di Piazzale Clodio. All'esterno sono presenti alcuni manifestanti che hanno esposto un striscione con la scritta: "Reprimete e processate ciò che non potrete mai fermare". "Libertà per tutti". "PRENDERE LE DISTANZE" - "Sono molto preoccupato dai disordini di piazza e la politica tutta, e per primo il Pd, deve prendere le distanze senza sè e senza ma, dai movimenti violenti. Bisogna evitare che nella prossima settimana vi siano ancora giornate da incubo e terrore per i romani, per i commercianti, i lavoratori, ma anche per i manifestanti e le forze dell'ordine". Questo il commento a caldo del democratico Enrico Gasbarra. GLI SCONTRI: VIDEO E FOTO IL FINANZIERE-EROE IL CONTESTATORE FIGLIO DI UN BR IL COMMENTO DI FRANCESCO BORGONOVO