Caso Meredith, Amanda piange: "Sono innocente"
Deposizione in appello della Knox: "Io e Raffaele non c'entriamo. Quanti pettegolezzi sulla mia vita privata"
"Sono stata ingiustamente condannata". Questa la versione di Amanda Knox, che questa mattina davanti alla Corte d'Assise di Perugia ha espresso dichiarazioni spontanee di circa un quarto d'ora in occasione della seconda udienza del processo sull'omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese ritrovata morta nel capoluogo umbro nel novembre 2007. Per quell'omicidio sono stati condannati rispettivamente a 25 e 26 anni Raffaele Sollecito e l'americana Amanda. La Knox, impaurita e in lacrime, ha ripetuto: "Io spero ancora nella giustizia e sogno un futuro. Anche se questa esperienza di tre anni pesa di angoscia e di paura". La ragazza ha ricordato "i pettegolezzi, quasi sempre insidiosi, ingiusti e cattivi sulla mia vita privata" prima di ribadire: "Io e Raffaele siamo innocenti, stiamo pagando con la nostra vita un crimine che non abbiamo commesso". Infine, un messaggio alla famiglia di Meredith: "A loro voglio dire che mi dispiace molto che lei non c'è più. Anche io ho delle sorelle più piccole e anche solo pensare alla loro mancanza mi terrorizza. E' inconcepibile quello che avete subito voi e lei, non è giusto"