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Obama ko tecnico, stop a chiusura Guantanamo

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La Camera blocca uno dei punti principali del programma di Barack. Democratici allo sbando

Andrea Tempestini
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Nuova marcia indietro (forzata) di Barack Obama, che spezzato dalle elezioni di mid term, dopo l'approvazione della proroga agli sgravi fiscali a cui si era fieramente opposto, si è piegato anche su Guantanamo. La Camera dei rappresentati Usa ha di fatto bloccato la chiusura del carcere di massima sicurezza che si trova a Cuba. La serrata era prevista per il 2011, e con lei va nel dimenticatoio anche l'idea di celebrare i processi per gli attentatori dell'11 settembre sul suolo americano. OBAMA COME JOHNSON - Il doppio provvedimento, l'ennesima mazzata che Barack dovrà incassare, ora attende la definitiva ratifica del Senato, dove i democratici mantengono la maggioranza, dilaniata però da dissidi interni (mercoledì una pattuglia democrat ha addirittura proposto le primarie per le prossime presidenziali, scavalcando così il diritto di Obama a ripresentarsi, fattispecie avvenuta soltanto ai tempi di Lyndon Jonhnson). IL TRANELLO IN FINANZIARIA - Il presidente a stelle e strisce aveva inserito la chiusura di Guantanamo nei punti principali del suo programma, ma l'obiettivo traballa per la legge finanziaria, approvata con 212 voti contro 216 alla Camera. Il punto è che il testo contiene un paragrafo che proibisce "l'utilizzo di fondi per trasferire o liberare sul suolo Usa Khaled Sheikh Mohammed (mente dell'attentato alle torri) e qualunque altro prigioniero di Guantanamo. Un secondo paragrafo, infine, sottolinea che "nessun fondo fornito al ministero della Giustizia da questa legge o da altre potrà essere utilizzato per l'acquisizione di prigioni allo scopo di rinchiudere persone detenute alla base navale di Guantanamo, a Cuba". Oggi, la prigione cubana, ospita 174 prigionieri, di cui tre soltanto formalmente condananti da un tribunale militare.

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