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La scuola migliora, i fuoricorso no

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Studenti in rivolta e insulti alla Gelmini. Ma l'Ocse ci promuove. IL COMMENTO DI FRANCESCO BORGONOVO

Giulio Bucchi
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Pare che in Italia esistano due categorie di studenti. Quelli piegati sui libri e quelli con le braccia strappate all'agricoltura. Anzi, alla nobile arte della concimazione. Nobile per un agricoltore, non certo per chi ha partorito la brillante idea di versare sterco nei pressi di casa Gelmini a Bergamo. L'ultimo rapporto Ocse-Pisa (Programme for International Student Assessment), un'indagine comparativa che coinvolge 74 Paesi diffusa contemporaneamente a Parigi e Roma ieri, mostra che le performance degli studenti italiani in lettura e matematica dal 2000 a oggi sono sensibilmente migliorate. Nello stesso momento, però, quanto avvenuto a Bergamo nella notte di lunedì davanti all'abitazione del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini mostra che altre performance degli studenti italici sono identiche a quelle viste nel Settantasette o giù di lì.  Un gruppo di contestatori della riforma ha appeso uno striscione di fronte alla casa del ministro e, non contento, ha scaricato una discreta quantità di sterco vicino al cancello. La coincidenza delle notizie è singolare. Da un lato, uno studio a livello internazionale (nel quale ai primi posti si classificano Cina, Corea e Finlandia) mostra che il nostro Paese risale la china per quanto riguarda l'istruzione. Siamo in 29esima posizione, con un punteggio di 486. Sempre meno della media Ocse (493), ma in crescita. Nel 2000 il divario fra il nostro risultato e la media era di 13 punti, nel 2004 di 18, fino a un picco di 23 punti nel 2006. Adesso solo 7 lunghezze ci separano dalla “normalità”. Senza contare che il Nord è decisamente più avanzato: 511 punti il Nord-Ovest, 504 il Nord-Est (Sud e isole abbassano un po' la media, con 468 e 456 punti). Anche entrando nello specifico degli ambiti di studio si nota una crescita evidente.  Rispetto alla matematica siamo al 35esimo posto (483 punti su 496 di media Ocse. Nel 2006 avevamo 36 punti di scarto); nelle scienze stesso piazzamento, ma la distanza rispetto alla media è più che dimezzato (12 punti contro i 25 del 2006).  L'altra faccia della medaglia, però, è rappresentata dalla protesta. Prima gli scontri e i tetti okkupati - con una trovata pubblicitaria anche interessante - e adesso il letame per la Gelmini. Può darsi che abbia ragione il premier Silvio Berlusconi, quando afferma che i veri studenti sono quelli che rimangono a casa, appunto, a studiare, compulsando i libri e non agitando megafoni e striscioni in favore di telecamere. Sono gli sgobboni che ci fanno avanzare in classifica e dunque chi blocca le lezioni non procura altro che danni ai compagni. Può anche darsi, poi, che la scuola nell'era del centrodestra non sia davvero la schifezza che qualcuno vuol far credere. Sicuramente, in particolare nelle regioni del Sud, ci sono lacune profonde da colmare. Eppure, tutto sommato, stiamo migliorando. Anche laddove i limiti sono più pesanti: la Puglia, per esempio, ha recuperato, in matematica, quasi 50 punti in classifica rispetto al passato.  «È un risultato che ci rende orgogliosi», ha dichiarato la  Gelmini. «Le classifiche internazionali mettono il nostro Paese tra quelli che hanno avuto tra i più significativi miglioramenti. Cresciamo nelle materie più importanti, salendo di sei posizioni nelle classifiche europee per la comprensione della lingua italiana, di tre per la matematica e di una per le scienze». Comunque la si metta, i dati internazionali sono più chiari - e certo meno viziati da antiche ideologie - rispetto alle fumose richieste dei protestatari. Per risalire la china in ambito scolastico, issarci su una montagna di cacca non ci sembra la soluzione più intelligente. di Francesco Borgonovo

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