Università, al Senato solo dopo la fiducia
Dopo il 14 la definitiva approvazione della riforma Gelmini. Minoranza contro Gasparri. Il ministro: "Ddl sarà legge entro anno"
Il definitivo voto in Senato sulla riforma dell'Università slitta dopo la fiducia del 14 dicembre. Il disegno di legge di riforma sarà calendarizzato per l'aula dopo il voto di fiducia. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama che si è appena conclusa dopo una discussione durata oltre un'ora nella quale i gruppi di minoranza si sono fermamente opposti alla proposta del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, di approvare la riforma entro la prossima settimana e cioè prima del voto di fiducia del 14 dicembre. La calendarizzazione - Sarà una conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, convocata proprio per il 14 dicembre, a decidere la calendarizzazione in aula del ddl di riforma dell'università. Lo riferiscono al termine della conferenza dei capigruppo la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro e il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri. E' la proposta di mediazione che, spiega Gasparri, è stata fatta "in conferenza dei capigruppo dal presidente Schifani". Quindi, aggiunge, "il 14 decideremo sulla calendarizzazione del provvedimento". Gelmini fiduciosa - "L'opposizione, per motivi di pura propaganda politica, mette a rischio provvedimenti urgenti e indispensabili per l'università italiana. Senza l'approvazione rapida del ddl non si potranno bandire posti da ricercatore, non potranno essere garantiti gli scatti di stipendio, non saranno banditi nuovi concorsi", questo il commento a caldo di Mariastella Gelmini alle notizie uscite dalla Conferenza dei capigruppo. Il ministro ha poi continuato: "Sono comunque fiduciosa: il 14 dicembre il governo Berlusconi incasserà la fiducia del Parlamento e il ddl diventerà legge entro l'anno. Il governo Berlusconi potrà dunque proseguire la sua opera riformatrice nell'interesse del Paese" Lo scenario - Ammesso e non concesso che il 14 dicembre il governo Berlusconi non incassi la fiducia, il cammino della riforma si farebbe più complesso ma non impossibile. La volontà del Cavaliere, nel caso prevalgano i "no, è quella di andare alle urne, e lo dice da tempo (con lui, Umberto Bossi). Se però in Parlamento si trovasse un accordo per il governo tecnico, considerato l'ok alla riforma Gelmini di Fli e Udc, il testo dovrebbe comunque essere approvato. Il ministro in mattinata - "Oggi ci dovrebbe essere la calendarizzazione per la riforma in Senato. Sapremo dunque quando potrà essere approvata. È necessario farlo in tempi rapidi altrimenti si bloccheranno tutti i concorsi per ricercatori e docenti in atto". Lo aveva affermato il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, intervenendo a Radio Anch'io. Secondo il ministro "anche se i lavori alla Camera dovessero fermarsi, non ci sono problemi per il Senato. Tecnicamente i tempi ci sono".