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Oddo: "Contrario allo sciopero, ma contratto da rispettare"

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La Telefonata di Maurizio Belpietro con l'ex portavoce di Assocalciatori

Andrea Tempestini
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Un estratto dell'intervista del nostro direttore, Maurizio Belpietro, all'ex portavoce di Assocalciatori, il difensore del Milan Massimo Oddo. Il colloquio è andato in onda giovedì 2 dicembre ne "La Telefonata", la rubrica di Belpietro all'interno di Mattino Cinque. Il tema, lo sciopero dei calciatori del prossimo 11 e 12 dicembre. Lo sciopero dei calciatori fa molto discutere. Ma alla fine si farà o no? Premetto che io parlo come rappresentate di nessuno, solo di me stesso. Come calciatore aderisco, ma questo non vuol dire che sia favorevole. Anzi non sono assolutamente favorevole Ma secondo lei si troverà un'intesa per l'11 e il 12 dicembre, o davvero i giocatori "incroceranno le game"? Questo non posso saperlo. Lo sciopero c'è e dovrebbe essere effettuato. Ma le trattative ora le porta avanti l'Assocalciatori. Noi ora ci basiamo sulle loro notizie, e quello che ci dicono è che, al momento, non ci sono le premesse per continuare la trattativa. Quali sono le ragioni di uno sciopero annunciato? Per molti non è comprensibile che a scioperare siano dei calciatori milionari. C'è molta ignoranza in materia. Perché lo sciopero non riguarda aspetti economici ma diritti individuali dell'uomo, imprescindibili, per i quali il tipo di lavoro non è una discriminante. Tra le ragioni ci sono i trasferimenti da una società all'altra senza il consenso dei calciatori. Considerati i compensi, non è giusto che lo si possa fare? Un calciatore è libero di fare le sue richieste a un presidente, che se le avalla si assume un rischio di impresa. Perché costringere un giocatore ad andare via quando anche lui può avere un problema personale? Semmai è il calciatore che deve identificare la squadra che va bene per lui. Quarant'anni fa era così: il calciatore era proprietà della società che decideva le sue sorti. L'Assocalciatori ci ha messo tanto a conquistare dei diritti e non vedo perché fare un passo indietro. Siamo tutti consapevoli che il calcio moderno ha bisogno di cambiare per andare avanti, ma non sui trasferimenti. Lei diceva che non sono in disucssione ragioni economiche, anche se in verità delle motivazioni economiche ci sono. Voi contestate che si inserisca la flessibilità degli stipendi, legati ai risultati. Ma non è normale? Succede in tutte le aziende... Per me, Massimo Oddo, la richiesta è accettabile. La flessibilità è corretta. Ma questi non sono i punti cardine per i quali si è deciso lo sciopero, che sono, come già detto, i trasferimenti e i diritti dei "fuori rosa". Sono cose che non si possono accettare, anche se personalmente credo che non ci sia bisogno di una guerra, ma di fare nuove proposte.

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