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Napolitano: "Monicelli, scelta da rispettare"

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Montecitorio, il ricordo del regista provoca scontro sull'eutansia. Oggi l'ultimo saluto: camera ardente fino a giovedì

Andrea Tempestini
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Niente funerale per il grande Mario Monicelli, morto suicida lunedì 29 novembre all'ospedale romano San Giovanni. Il regista sarà portato a Monti, il rione in cui ha speso una vita, per l'ultimo saluto dei monticiani. La famiglia ha fatto sapere di "non ritenere necessario un funerale", ha spiegato il nipote Niccolò, che ha spiegato come la decisioni sia arrivata "nel pieno rispetto della volontà di Mario". Lo scontro alla Camera - In Aula Mario Monicelli è stato ricordato con un lungo applauso che ha seguito un intervento di Walter Veltroni, che lo ha definito "un italiano con la schiena dritta". Ma il momento di raccoglimento è svanito in fretta, perché il ricordo di Monicelli, a Montecitorio, è stato l'occasione per nuove polemiche. Dopo il ricordo di Veltroni, la leader radicale Rita Bernini ha tirato in ballo la "dolce morte", aggiungendo che "sarebbe il caso che la Camera avviasse almeno una riflessione". L'eutanasia torna al centro dell'agenda politica con toni particolarmente duri. Per la Binetti, teodem democratica, si deve smettere "con spot a favore dell'eutanasia partendo da epsiodi di uomini disperati, perché Monicelli era stato lasciato solo da famiglia e amici, ed il suo è un gesto tremendo di solitudine e non di libertà". Poi la replica di Enrico La Loggia, del Pdl, che si è scagliato contro "l'elegia del suicidio da parte di Rita Bernardini". Giorgio Napolitano - Per il presidente della Repubblica "Mario Monicelli se ne è andato con un'ultima manifestazione forte della sua personalità, un estremo scatto di volontà che bisogna rispettare". Con i cronisti, il Capo dello Stato ha ricordato il regista, che talvolta incontrava al rione Monti, dove vivevano entrambi. "Negli ultimi tempi la moglie mi diceva che andava a giornate" ha detto ancora Napolitano, "anche se erano più quelle buone che quelle cattive. E' stato un grande del cinema, non solo italiano. Un uomo meraviglioso. Io ho amato tutti i suoi film, ma forse quelli che ho preferito sono stati La grande guerra e Romanzo popolare" Il sindaco della capitale, Gianni Alemanno, aveva offerto di allestire la camera ardente in Campidoglio, ma la famiglia dell'autore ha deciso di rendere omaggio al regista scomparso in luoghi meno istituzionali. La bara di Monicelli è arrivata in piazza Madonna dei Monti intorno alle 10, accolta da una folla di cittadini, accorsi dalle case e da tutta Roma. Poi la salma verrà trasportata alla Casa del Cinema, dove la camera ardente resterà fino a giovedì. Poi il corpo sarà cremato "in forma privata alla presenza della sola famiglia. In serata gli abitanti del quartiere Monti organizzeranno una fiaccolata in ricordo del regista. "Dopo l'ultimo saluto a Monti", aveva annunciato Niccolò, "verrà portato alla Casa del cinema", messa a disposizione per l'occasione. "Lì potranno salutarlo tutti". Niccolò Monicelli ha poi chiesto che si smetta di usare l'aggettivo "tragica" accostato alla morte del regista. "Non è una tragica fine", ha spiegato il nipote, "è un uomo che ha vissuto: mi sembra che di messaggi ne abbia lasciati tanti. Ricordatelo con i suoi film". Nel frattempo la procura di Roma ha aperto un fascicolo per fare chiarezza sul regista di Mario Monicelli. Il magistrato  di turno, nella notte tra martedì e mercoledì, ha compiuto un sopralluogo nel reparto di urologia dell'ospedale.

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