Alitalia, Procura chiede processo per Baldassarre
L'ex capo della Consulta accusato di aggiotaggio: guidò la fallita scalata alla compagnia di bandiera
La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a processo per l'ex presidente della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre: il reato contestato è di aggiotaggio in relazione alla fallita scalata ad Alitalia. Il procuratore aggiunto Nello Rossi e i pubblici ministeri Stefano Pesci, Maria Francesca Loy e Gustavo De Marinis hanno chiesto l'archiviazione per Giancarlo Elia Valori e altri indagati minori che seguirono la finanziaria Sviluppo Mediterraneo. Secondo l'accusa Baldassare, tra l'ottobre e il dicembre del 2007, "creando la falsa apparenza dell'esistenza di un gruppo - la cosiddetta 'cordata Baldassarre' - di soggetti investitori effettivamente interessati all'acquisto delle azioni di Alitalia spa in mano al ministero dell'Economia e in grado (per disponibilità finanziarie e competenze gestionali) di portare a termine tale operazione, poneva in essere artifici e generava e diffondeva notizie false concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione dei valori del titolo quotato sui mercati finanziari". In particolare, il 6 dicembre 2007 Baldassarre avrebbe presentato "un'offerta, in competizione con le società Air France ed Airone, producendo 'a garanzia della serietà' della offerta stessa due documenti falsi: una 'evidenza fondi' con logo Ubs, apparentemente emesso da Ubs a favore della società Loraerive srl in data 23 ottobre 2007, contenente la indicazione dell'esistenza presso la suddetta banca svizzera di un fondo di 500 milioni di euro; e una lettera, datata 8 novembre 2007 indirizzata al prof. Baldassarre e sottoscritta da tale Jurg Haller nella quale Ubs indicava come proprio cliente una società denominata Loraerive sl attestando l'esistenza di fondi a disposizione della suddetta e la disponibilità della banca a fornire appoggio tecnico finanziario all'operazione di acquisizione delle azioni Alitalia". "BALDASSARRE SAPEVA" - Secondo i magistrati della procura Antonio Baldassarre, ex presidente della Consulta nonchè ex presidente della Rai, "era al corrente della falsità dei documenti per esserne stato informato da responsabili della banca Ubs nel novembre 2007 (e quindi in epoca antecedente alla presentazione della suindicata offerta)" e li avrebbe "deliberatamente utilizzati allo scopo di accreditare falsamente la consistenza del gruppo e di riproporlo come partecipe della competizione, superando la decisione assunta dal cda Alitalia il 7 novembre 2007 di escludere il gruppo stesso dalla procedura utilizzata all'acquisizione delle quote delle azioni" della compagnia di bandiera detenute dal Ministero dell'Economia. "NOTIZIE FALSE" - Tale comportamento - si legge ancora nel capo di imputazione - "si inseriva nel contesto di una complessiva condotta posta in essere dagli indagati e caratterizzata dalla reiterata diffusione agli organi di informazione di notizie prive di fondamento sulla consistenza economica della cordata, sulla disponibilità dei partners autorevoli e sulla serietà e credibilità dell'offerta di acquisto". Per gli inquirenti "tali illecite condotte intervenivano in una fase nella quale si stavano decidendo le sorti di Alitalia ed erano idonee a condizionare tempi e modalità di svolgimento della programmata operazione di cessione delle azioni detenute dal ministero dell'Economia". BALDASSARRE SI DIFENDE: "DENUNCIAI IO I DOCUMENTI FALSI" - Il primo commento di Baldassarre non s'è fatto attendere: "L'accusa fonda la sua iniziativa sul presupposto che, in occasione della presentazione dell'offerta di acquisto non vincolante della compagnia, sarebbero stati allegati documenti e dichiarazioni che, solo all'esito di complesse attività di indagine, sono risultati falsi - ha affermato l'ex numero uno della Consulta - Benchè io abbia dimostrato con prove inoppugnabili la correttezza del mio operato quale legale e mandatario degli operatori commerciali che ho assistito, inspiegabilmente la Procura di Roma non solo mi individua come unico soggetto responsabile di un'asserita manovra di turbativa del mercato ma ha addirittura ignorato che fui proprio io, in tempi non sospetti non appena presa consapevolezza, pochi giorni dopo la presentazione dell'offerta non vincolante, della falsità dei documenti di cui si tratta, a denunziare la manovra all'autorità giudiziaria".