Crisi e Piano per il Mezzogiorno, Cavaliere alla carica: "Ghe pensi mi"
Nota del Cav: "Risolverò i guai di Pdl e sud, ma ora responsabilità". Poi i numeri: "Oggi conto su 314 deputati"
"Il Governo, incurante degli attacchi e delle polemiche, continua a lavorare con ottimi risultati sia in politica interna sia in politica estera". Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi annunciando, con una una nota diffusa dal Pdl, che "il Governo ha messo a punto il Piano per il Mezzogiorno che sarà approvato nel prossimo Consiglio dei Ministri, dopo aver varato nelle scorse settimane la legge sulla stabilità finanziaria, già approvata dalla Camera, il federalismo fiscale e il Piano per la sicurezza". Il Cavaliere ha anche invitato tutta la politica a "responsabilità e sobrietà" per poi assicurare: "Risolverò io i problemi, ma basta personalismi". Il riferimento è ai problemi all'interno del Pdl: affronterà tutte le questioni tenendo conto delle "varie opinioni". Questione Pdl - "Per quanto riguarda le questioni all'interno del Popolo della Libertà, conto di affrontarle quanto prima, con la consueta disponibilità a prendere in considerazione le varie opinioni - ha fatto sapere Berlusconi in una nota - Nel frattempo invito tutti al senso di responsabilità, alla sobrietà, al rispetto dei nostri militanti e dei nostri elettori che non approvano certo personalismi ed esibizionismi". Ottimismo del Cav - Silvio Berlusconi, conversando nelle ultime ore con i massimi dirigenti del Pdl, ha snocciolato i suoi dati sul voto di fiducia. Secondo il premier "oggi la maggioranaza può contare su 314 deputati fra quelli che stanno con noi e quelli che sono pronti a votare con noi. Questi", ha aggiunto, "sono numeri miei". Ne mancherebbero dunque soltanto due per ottenere la fiducia il prossimo 14 dicembre. Berlusconi rilancia - Nel fine settimana dell'11 e 12 dicembre, seguendo una proposta del Cavaliere, il Pdl vuole organizzare una grande mobilitazione nazionale, tra gazebo in diverse città italiane e una raccolta firme a sostegno dell'azione di governo e della prosecuzione dell'attività dell'esecutivo per non tradire il mandato degli elettori. Maroni, se governo cade subito elezioni - "Chiamatelo come vi pare, governo tecnico, di armistizio o governo enne. Ma ho qualche dubbio che possa resistere più di qualche settimana con il Pdl e la Lega all'opposizione". Il pensiero è del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che ha partecipato alla presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa, "Il cuore e la Spada". "Se cade il governo perché è troppo debole o perché verrà sfiduciato", ha continuato il titolare del Viminale, "non vedo alternativa alle elezioni. In caso di crisi, la cosa più utile sarebbe tornare al popolo sovrano, ma ovviamente se cadrà l'esecutivo il presidente della Repubblica attua ciò che prevede la Costituzione". "Non ho mai parlato di Tremonti premier in alternativa a Berlusconi", è poi tornato sul tema Maroni. "Avevo soltanto risposto a una domanda ipotetica che così era stata posta: 'Se ci fossero le elezioni e si candidasse Tremonti alla guida del governo sarebbe un'ottimo premier? Io ho risposto di sì, parlando di un periodo ipotetico del terzo tipo. Il resto sono stupidaggini, ho solo espresso stima" per il minstro dell'Economia. Ko alla Camera - Il comunicato del Cavaliere ha seguito di poche ore il doppio ko subito dal governo alla Camera, dove la coalizione è inciampata per il colpo basso dei deputati di Futuro e Libertà, che hanno votato con l'opposizione su un testo per l'assegnazione di un seggio al Parlamento europeo. La Russa contro Bocchino - All'ennesimo affondo di Italo Bocchino ("E' evidente che non ci siano le condizioni, quindi non possiamo votare in questo momento la fiducia a Berlusconi"), aveva replicato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. "E chi ha mai detto che non ci sono le condizioni? Loro chiedono le dimissioni di Silvio, le dimissioni non ci saranno, quindi evidentemente le condizioni non ci sono".