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Crisi Irlanda, Euro e borse europee in picchiata

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Bruciati 81 miliardi in una seduta. La Merkel: "Situazione serissima moneta unica in pericolo". Fmi: "Rischio contagio"

Andrea Tempestini
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La moneta unica traballa. E la cancelliera tedesca Angela Merkel, con toni drammatici, lo conferma. "La situazione dell'euro è eccezionalmente seria". Così Frau Merkel in una conferenza stampa a Berlino. La Cancelliera ha poi sottolineato come l'Irlanda sia causa di "grande timore, è una crisi diversa da quella greca ma non per questo  meno preoccupante", e ha poi definito "positivo" il meccansimo del piano di aiuti messo a punto dell'Europa, anche se è tornata a cavalcare la linea dell'intransigenza, sottolineando come siano "necessarie condizioni più dure per la concessione degli aiuti". Rischio contagio - "Le turbolenze per il debito dei mercati europei mettono a rischio la ripresa globale". L'opionione è del capo economista del Fondo Monetario Internazionale, John Lipsky. In un discorso a New York, Lipsky, molto preoccupato, ha affermato che il clima "potrebbe ripercuotersi sull'economia reale e attraversare le aree economiche". Le turbolenze "potrebbero espandersi ad altre regioni, attraverso maggiori costi della raccolta, una stretta del credito e un'inversione di tendenza nei flussi di capitale". Inoltre, ha concluso l'esponente del Fmi, "nuove riduzioni nella raccolta dei capitali potrebbero creare pressioni aggiuntive alle finanze pubbliche e un nuovo indebolimento della fiducia dei mercati". Borse europee - La debolezza del Vecchio Continente si è specchiata anche nella giornata borsistica. A Milano l'indice Ftse Mib è crollato sotto quota 20 mila punti, chiudendo sui minimi in picchiata del 2,07 per cento.  Ma è stata una giornata nera su tutti i mercati continentali. Parigi ha perso il2,3%, Francoforte l'1,56% e Londra l'1,4 per cento. La maglia nera spetta però a Madrid, in contrazione del 2,8 per cento. Ma anche oltreoceano il clima sui mercati è tesissimo: all'apertura delle contrattazioni a New York, l'indice Dow Jones perdeva l'1,5 per cento. Balzo all'indietro - In una sola seduta le borse europee hanno annullato i progressi delle ultime sei settimane, bruciando la bellezza di 81 miliardi di euro. La cifra, sinistramente, è identica a quanto - secondo le stime della Ue - servirebbe per salvare dal tracollo le banche irlandesi.  Euro - La moneta unica è in picchiata rispetto al dollaro, e nonostante la recente manovra di alleggerimento quantitivo varata dalla Banca centrale degli Stati Uniti (la Federal Reserve), l'euro è tornato a quotare sotto 1,34 rispetto al biglietto verde. Schizzano anche gli spread tra i titoli di stato decennali tedeschi e quelli spagnoli, che hanno raggiunto i nuovi massimi storici. Ovviamente in ascesa anche il differenziale dei titoli di stato di Irlanda e Portogallo. Le banche irlandesi sprofondano - Il grido d'allarme della Merkel è arrivato all'indomani del varo del piano di aiuti per Dublino, che dovrebbe coinvolgere capitali per 80-90 miliardi di euro. Ma alla Borsa irlanedese, nonostante "l'iniezione", il settore del credito è caduto nel panico più assoluto. Bank of Ireland, il principale istituo della "tigre celitca", è sprofondato del, 22,11%, mentre Allied Irish bank ha lasciato il 18,14 per cento. Vendere gli istituti - Per Patrick Honohan, governatore della banca centrale di Dublino, "la soluzione migliore per i nostri istituti è quella di trovare un acquirente estero. Per quanto mi riguarda", ha continuato, "le nostre banche sono in vendita". Frasi da ultima spiaggia, giustificate dal fatto che, a detta dello stesso Honohan, "i costi di un rafforzamento del capitale bancario ben oltre i limiti minimi richiesti rischia di essere troppo costoso". Dimissioni - Cresce intanto la pressione sul primo ministro irlandese, Brian Cowen, perchè rassegni le dimissioni dopo non essere stato in grado di gestire un momento delicatissimo. Cowen ha chiesto di rimanere al potere finchè il Parlamento non avrà approvato il piano di austerity. L'opposizione ha ribadito la richiesta di elezioni entro Natale. I timori europei erano stati rilanciati nella mattinata di martedì anche dal ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schauble: "E' la nostra moneta comune in gioco, dobbiamo assumercene la responsabilità. La scelta dell'Irlanda di ricorrere agli aiuti dimostra che la crisi finanziaria ed economica è duratura e dobbiamo concentrare tutti i nostri sforzi per controllarla". Portogallo ok- Il presidente dell'Unione Europea Herman Van Rompuy, spostando l'attenzione sul caso Portogallo, ha sottolineato che il Paese "è in una situazione molto differente dall'Irlanda, e non ha bisogno di aiuti". Tra i fattori che differenziano Lisbona da Dublino, ha continuato l'astro nascente della politica europea, c'è "l'assenza di una bolla immobiliare e la tenuta del sistema bancario portoghese". Il governo di Lisbona, ha continuato Van Rompuy, "ha adottato ulteriori e forti misure per ridurre il deficit, quindi non necessità di aiuti". Il presidente della Ue ha quindi rassicurato sulla tenuta economica della Ue, indicando come "i fondamentali sono sani e la crescita ha superato le iniziali previsioni".

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