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Il Viminale rilancia: "Ora Denaro e Zagaria"

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Il ministro dell'Interno ha snocciolato le cifre-record della lotta alle mafie

Andrea Tempestini
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La migliore risposta a Roberto Saviano, il ministro dell'Interno Roberto Maroni l' ha data con i fatti. Con l'arresto del superlatitante Antonio Iovine. Ma il titolare del Viminale non perde un minuto a celebrare gli straordinari risultati e rilancia. Ora "ne mancano due: Matteo Messina Denaro (nella foto l'identikit) e Michele Zagaria, ma il cerchio si sta stringendo".  Così Maroni in una conferenza stampa giovedì mattina a Palazzo Chigi, in cui ha riferito di aver dato in Consiglio dei ministri l'aggiornamento sui risultati ottenuti nella lotta alla criminalità organizzata. Cifre da record. "I mafiosi arrestati sono 6.754,i latitanti di massima pericolosità sono 28". I latitanti totali arrestati dall'inizio dell'attività di governo, ha proseguito il ministro, "sono 410, i beni sequestrati e confiscati ammontano alla cifra strabiliante di 17.854 milioni, quasi 18 miliardi di euro. Sono 35.601 beni, con un incremento nel sequestro del 295% rispetto allo stesso periodo precedente e del 523 per cento per i beni confiscati". Ma non è tutto, perché il titolare del Viminale ha ricordato l'opera del Fondo unico giustizia, creato fal governo Berlusconi, e nel quale confluiscono i soldi depositati sui conti correnti bancari sequestrati alla criminalità organizzata. "Al 31 ottobre il Fondo ha raggiunto la cifra di 2 miliardi e 259 milioni di euro: denaro contante, che dal primo gennaio 2011 sarà utilizzato per le finalità dei ministeri dell'Interno e della Giustizia. Sono risultati straordinari", ha concluso giustamente compiaciuto Maroni. Il ministro dell'Interno è poi tornato indirettamente sulla polemica con Saviano. Maroni ha confermato che "l'infiltrazione della criminalità organizzata nelle regioni del Nord è una realtà purtroppo evidente. Lo penso e l'ho sempre sostenuto".

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