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Draghi: Italia al bivio tra stagnazione e crescita

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Il governatore parla di recessione della struttura produttiva, poi auspica una diminuzione della precarietà

tiziano vanni
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Draghi lancia l'allarme: "l'Italia rischia di trovarsi a un bivio, tra la stagnazione e la crescita". Il governatore della Banca d'Italia, nel corso del suo intervento al convegno della facoltà di Economia dell'università di Ancona, parla della recessione della struttura produttiva italiana: "deve essere valutata la difficoltà dell'economia italiana, di crescere e creare reddito, questo aspetto, non deve smettere di preoccuparci". La produttività delude anche al nord - "la stagnazione della produttività nel decennio precedente la crisi, è stata uniformemente diffusa sul territorio. E' un problema del Paese". Draghi ha citato quindi i dati che mostrano una "evidente perdita di competitivita" rispetto ai partner europei. Il governatore ha inoltre spiegato, come non risponda a verità che la diminuzione della crescita del prodotto per abitante, "sia media di un Nord allineato al resto d'Europa e di un Centro-Sud in ritardo. Ma così non è" - sottolinea con decisione il Governatore della Banca d'Italia. Abbassare la precarietà del lavoro - "Senza la prospettiva di una pur graduale stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari, si hanno effetti alla lunga negativi su produttività e profittabilità". Draghi poi continua - "nel paese rimane diffusa l'occupazione irregolare, stimata dall'Istat in circa il 12% del totale dell'unita' di lavoro". I giovani - "il passato rispetto al futuro esclude dalla valutazione del benessere la visione di coloro per cui il futuro è l'unica ricchezza: i giovani". Draghi nel suo intervento, spiega come secondo gli indicatori internazionali, gli italiani sarebbero "mediamente ricchi". Ma sempre secondo questi parametri spiega: "L'inazione ha costi immediati. La ricchezza è il frutto di azioni e decisioni passati, mentre il pil, legato alla produttività, è frutto di azioni e decisioni prese guardando al futuro".  

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