Perla: "Diecimila euro dal San Raffaele, non ci ho mai lavorato"
Pubblicati i verbali degli interrogatori della Genovesi e della Macrì, che annulla la conferenza stampa prevista per le 15
Finiscono ancora una volta sui quotidiani i verbali degli interrogatori. Questa volta sono le parole di Perla Genovesi, la ragazza coinvolta nel traffico di droga da cui poi si è risaliti fino alle feste a casa Berlusconi. Il verbale della sua deposizione è arrivato a Milano, spedito dalla Procura di Palermo che ha deciso per il trasferimento. Insieme a questo fascicolo ce n'è un altro, secondo il "Corriere della Sera", ed è quello di Nadia Macrì, la escort dei "5mila euro per ogni rapporto sessuale con Silvio". Perla racconta di affari molto più grandi di lei: ad esempio, i finanziamenti "poco trasparenti" al San Raffaele di don Verzè e "alle sue fondazioni tramite la Commissione del Senato sui Diritti umani presieduta tra il 2001 e il 2006 da Enrico Pianetta, il parlamentare di cui la Genovesi è stata assistente". Secondo il quotidiano di Ferruccio De Bortoli, Perla avrebbe dichiarato: "Pianetta mi disse che sia Berlusconi che don Verzé gli dovevano la candidatura, gli chiesi il perché e mi disse che erano stati dati parecchi soldi al San Raffaele, o meglio a Don Verzé, destinati alla costruzione di ospedali e non solo, anche nel Terzo mondo. Questi soldi erano dello Stato, e non erano stati utilizzati interamente per queste cose. Gli chiesi quanti soldi più o meno si erano intascati grazie a lui - prosegue la escort - e mi disse che era il valore di una finanziaria". Perla svela anche un dettaglio che sarebbe facilmente riscontrabile dagli inquirenti: un lavoro che Pianetta avrebbe ottenuto per lei nell'Ospedale milanese. "Mi disse che avrei preso 5mila euro al mese per due mesi". Doveva occuparsi di "analisi", "metabolismo regionale di glucosio in oncologia" e "traduzione di testi dall'italiano all'inglese". Ma, stando a quanto riporta il "Corsera", Perla non sarebbe in grado né di tradurre testi in inglese né, tantomeno, di dare una definizione di glucosio. Peraltro nel pezzo si precisa come, in cambio di diecimila euro netti, Perla non sia mai andata a lavorare al San Raffaele. Su "Repubblica", invece, compaiono i verbali su Nadia Macrì, la ragazza immagine di Reggio Emilia. L'interrogatorio è del 26 ottobre scorso, prima che acquisisse popolarità. "Sono andata a casa di Lele Mora, c'erano anche altre ragazze. Da lì aspettavamo l'autista per andare dal presidente", ha raccontato la Macrì. Che poi ha svelato un dettaglio: "Emilio Fede è secondo me quello che decide. 'Tu vai bene, tu non vai bene'. Lui fa selezione". Poi Nadia racconta la sera della prima festa ad Arcore: "Ho visto Apicella. C'erano poi notai, avvocati, gente di prestigio ma non me li ricordo i nomi. A me interessava solo il presidente. Ero lì per lui. Dopo cena, gli altri se ne sono andati a casa. Le ragazze sono rimaste tutte insieme. Andavano con lui. Lui faceva: 'Avanti la prossima, avanti la prossima'". Poi prosegue: "Abbiamo cenato, abbiamo chiacchierato nel salotto... lui con i suoi discorsi, trallallà, da Hitler a..., "Perché per me è così la storia...". Ma io ero lì per i soldi, non è che io sono una fan di Berlusconi. Per me lui sbaglia, sbaglia parecchio, lui deve fare il presidente, non deve fare queste cosa qua. Cioè, lui è il primo mafioso". Poi il Premier l'avrebbe invitata a trascorrere alcuni giorni in Sardegna. Qui sarebbe avvenuto il primo rapporto "intimo": "Per le due prestazioni sessuali con Berlusconi ho avuto 10.000 euro in totale - dice la ex cubista - I primi cinquemila, in Sardegna. Mi chiamò nel suo ufficio, per darmi una busta. Mi aveva anche prenotato l'aereo per tornare con un volo di linea. La trasferta in Sardegna fu due giorni prima del terremoto in Abruzzo. Noi eravamo tutte quante lì, e lui poi se ne doveva andare a vedere il terremoto". La Macrì, agli inquirenti, svela altri dettagli sulla vacanza in Sardegna, a Villa Certosa: "Nelle stanze c'era anche dell'erba da fumare. Io mi sono fumata una canna di erba con loro. Le ragazze dicevano che l'erba la trasportavano tramite il jet di Berlusconi. Me lo dicevano le ragazze, quelle che erano giuste per lui, quelle che erano sempre sul jet". Il secondo rapporto sarebbe avvenuto a Milano, in piscina. In questa occasione, si legge ancora nella trascrizione dell'interrogatorio, c'era anche una ragazzina più giovane, forse di 17-18 anni, ma il Premier le chiese di uscire dalla stanza. Nadia, a questo punto, parla anche di Perla: "Fu lei a mettermi in contatto con dei politici - disse, ammettendo di essere interessata solo a risolvere un problema di affidamento del figlio - Andai con Perla nello studio di Brunetta, a Roma. E con Brunetta andai la sera stessa dall'avvocato Taormina. L'indomani, ero a casa di Brunetta, per una prestazione sessuale. E niente, mi regalò dei vestiti, dei gioielli, 2 o 300 euro. Però io volevo stare lì per essere la sua fidanzata. Ma con Brunetta è durato neanche un mese. L'ho visto due volte". La giovane, però, non pare molto orgogliosa di quello che ha fatto. Il verbale pubblicato sul quotidiano diretto da Ezio Mauro prosegue: "Lui mi ha pagato bene, però non si paga una persona per farla stare zitta, io ragiono così... Io non sto zitta, perché per me comunque è uno schifo questa cosa qua. Mi fa schifo, perché lui deve fare il presidente". La Macrì aveva annunciato una conferenza stampa per le 15 di giovedì, ma a metà mattinata ha annullato l'incontro: "L'autorità giudiziaria mi impone il divieto di divulgare i fatti e circostanze oggetto delle indagini".