Ruby: "Mai fatto sesso con Silvio, ha una statua di Superman con la sua faccia"
La giovane a Oggi: "Mi faceva i complimenti per le gambe lunghe e sfotteva Bersani. Mi regalò 7mila euro". La Procura: "Affidamento regolare"
Dopo la sua intervista a "Libero", Ruby/Karima El Mahroug ha parlato anche con il settimanale "Oggi". Stralci dell'intervista vengono riportati dall'agenzia Ansa: dopo essere uscita dalla Questura di Milano, dove era stata condotta per la denuncia dell'ex amica Caterina, "Nicole (Minetti, ndr) mi ha detto che l'aiuto era arrivato da Silvio. Poi me lo ha passato al telefono e lui mi ha detto che non voleva più vedermi. La Minetti mi disse che ero incosciente e mi invitò a farmi la mia vita". La giovane racconta quindi della nottata del 27 maggio, quella dell'arresto: "Caterina - ha detto Ruby a 'Oggi' - mi ha fatto portare in Questura. Mi accusava di furto, io invece per tre mesi le avevo pagato affitto e bollette. Al quel punto e' arrivata Michelle O. (la nuova convivente, ndr) e ha chiamato Nicole Minetti, che non conoscevo. Appena la Minetti e' arrivata, tutto si e' sbloccato. Una funzionaria ha detto che dovevano lasciarmi andare, che ero la nipote di Mubarak e sono andata via con Michelle e Nicole". Uscite dalla Questura, Nicole avrebbe detto alla marocchina che l'aiuto proveniva direttamente da Berlusconi e glielo avrebbe passato al telefono: "Lui mi ha detto che non voleva più vedermi", dice Ruby. "Dopo il 27 maggio sono stata interrogata 23 volte dai pubblici ministeri Pietro Forno e Antonio Sangermano, che mi hanno chiesto solo di Silvio. A loro - ha aggiunto - ho raccontato solo del 14 febbraio, non so le altre due serate da dove sono uscite. Io non gliene ho mai parlato. Per farmi bella, spesso raccontavo storie alle mie amiche, ma non ai magistrati. Ad alcune amiche parlai di showgirl e ministre alle cene di Silvio". Ruby/Karima prosegue nel racconto: "La mia sola colpa è stata quella di aver mentito sull'età. La colpa di Silvio, invece, è quella di fare entrare in casa sua gente che non conosce. Lui è un'istituzione, dovrebbe comportarsi di conseguenza. Casini come Noemi e la D'Addario se li è cercati. Non può pretendere discrezione da gente sconosciuta". La giovane poi ammette: "Sono stata a casa di Berlusconi ad Arcore il 14 febbraio scorso e non tre volte. Non abbiamo mai fatto sesso. Sono stata portata a casa sua dalla mia amica Priscilla, brasiliana, agente immobiliare che il giorno dopo l'intervista ha smentito dicendo che in quel periodo non era in Italia. Sapeva che ero in difficoltà e ha pensato che Silvio potesse aiutarmi - aggiunge - Sono senza documenti, non potevo stare a casa sua. Ci tengo a dire che né Priscilla, né Silvio né Lele Mora sapevano che ero minorenne. Ho detto a tutti che avevo 24 anni". Ruby aggiunge altri dettagli su quel 14 febbraio: "Quella sera avevo un tailleur pantalone color panna e una camicia con il collo alto, i capelli raccolti 'a banana'. Il taxi si è avvicinato a un ingresso laterale. Priscilla ha chiamato in villa e i carabinieri ci hanno lasciato passare. Quando ho visto quel villone ho chiesto alla mia amica dove fossimo. E lei mi ha detto 'Dal presidente'. M'è preso un colpo. Io fino a pochi mesi prima dormivo su una panchina a Catania. Una volta dentro ci ha accolti lui, in golfino blu e giacca - ricorda Ruby - Mi ha detto che ero elegantissima e che ho le gambe lunghissime. Io mi limitavo a dire grazie. Non volevo dare troppa confidenza, non sapendo che tipo fosse. Quella sera eravamo dieci ragazze, alcune famose altre no, tutte eleganti. Ma nomi non ne faccio. Erano tutte molto appariscenti, in rosso, verde smeraldo. E c'era Emilio Fede. Ero seduta accanto a Silvio. E vicino alla tenda c'era Apicella che suonava". Quella sera, ad Arcore, "Silvio prendeva in giro politici di sinistra, tipo Bersani. Ci ha fatto vedere una statua di marmo con la sua faccia e il corpo di Superman - racconta - Poi mi ha dedicato una canzone, perché ero nuova. Mi ha cantato 'Se tu non fossi tu' di Apicella. Mi sentivo Cenerentola con la prospettiva di tornare alla realtà e ai sacrifici di mezzanotte", racconta Ruby, che poi svela anche il menu di quel 14 febbraio: "Tutto tricolore: pomodori, mozzarella e olive; pasta al pomodoro, pasta al pesto e pasta ai formaggi; timballo tricolore; gelato al pistacchio, fragola e vaniglia. Pensavo si mangiasse meglio… Poi Silvio ci ha regalato una collana di Damiani con un cuore perché era San Valentino". In seguito Ruby torna sull'ormai celebre "bunga bunga": "Ci siamo spostati in un salotto dove lui ci ha raccontato la barzelletta del Bunga Bunga, bevendo Sanbitter. Glieli portavo io. Poi volli andare via, ero a disagio perché tutte erano in confidenza con lui e io no. Prima però lui mi ha portata al piano di sopra nel suo ufficio. Sapeva dei miei problemi e voleva aiutarmi". A questo punto il Premier le avrebbe donato settemila euro, conservati in una busta, dicendo di non voler nulla in cambio. Su Lele Mora, infine, Ruby dice: "L'ho conosciuto quando sono andata nella sua agenzia e gli ho chiesto di farmi lavorare. Ma Silvio non me l'ha presentato Mora. Quando Lele ha saputo che ero stata ad Arcore - prosegue - ha avvisato Silvio che ero minorenne e lui mi ha chiamata. Mi ha detto che l'avevo deluso e che non voleva più sentirmi". Ruby svela anche un'altra pagina triste della sua vita. Qualche mese fa è stata fidanzata, per breve tempo, con un ragazzo di nome Domenico Rizza: "L'8 gennaio del 2010 abbiamo fatto l'amore per la prima volta. Io ero vergine. Dopo qualche giorno mi ha lasciata. Un mese dopo la rottura ho scoperto di essere incinta. Pensai di tenere il bambino ma poi mi convinsi che non era il caso. Abortii. A febbraio a casa del premier? Sì, ero incinta". Maroni in Senato - Il ministro degli Interni, Roberto Maroni, riferirà la prossima settimana, al Senato, sulla vicenda di Ruby. Probabilmente le comunicazioni avverranno nella giornata di martedì. E' quanto emerge dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, che accolgono in parte la richiesta delle opposizioni, che avevano chiesto a Maroni di riferire entro questa settimana. Bruti Liberati - "La fase conclusiva della procedura di indentificazione, fotosegnalamento e affidamento della minore è stata operata correttamente. Non sono previsto ulteriori accertamenti sul punto". E' quanto ha specificato il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati.