"Il primo atto della Roussef? L'estradizione di Cesare Battisti"
La Lega Nord: "La neo Presidente del Brasile risolva subito il caso del terrorista". Pochi mesi fa si era detta favorevole
Con l'elezione di Dilma Roussef si riapre il caso di Cesare Battisti tra Italia e Brasile. La neo Presidente sudamericana, il 24 giugno, in un'intervista si era detta favorevole all'estradizione dell'uomo: "Si dovrà applicare la decisione del Supremo Tribunale Federale", aveva detto la Roussef, riferendosi alla sentenza di estrazione concessa dalla massima assise giudiziaria brasiliana (mai messa in atto per l'assenza del parere, decisivo, dell'ex presidente Luiz Inacio Lula Da Silva ). E oggi la Lega Nord, a poche ore dall'ufficializzazione della vittoria della Roussef, torna a chiedere a gran voce il ritorno in Italia del terrorista degli "anni di piombo". "Chiediamo che tra i primi atti del nuovo Presidente ci sia un intervento per quanto riguarda lo status del terrorista Cesare Battisti, condannato all'ergastolo per vari omicidi, dando il via libera per l'estradizione", hanno detto i senatori del Carroccio Piergiorgio Stiffoni, Gianvittore Vaccari e Luciano Cagnin. Battisti, concludono i tre, "deve tornare in Italia e scontare l'ergastolo. Accoglierlo nel Paese con lo status di rifugiato politico è uno sfregio alle vittime, alle famiglie delle vittime e ai tanti italo-brasiliani, moltissimi veneti, che hanno dato molto per lo sviluppo del Brasile". La vittoria "rosa" - E' il primo Presidente donna del Brasile. Dilma Roussef, del Partito dei Lavoratori, ha vinto il ballottaggio con il rivale socialdemocratico Jose Serra ottenendo il 55% dei consensi. L'annuncio ufficiale è stato dato dal presidente del Supremo Tribunal Elettorale Ricardo Lewandoski. La Roussef, pupilla dell'ex presidente Lula molto amato nella popolazione, nel suo primo discorso da leader della potenza sudamericana ha voluto ringraziare il suo "mentore" (nella foto): "Porterò avanti l'era di nuova prosperità" inaugurata da Lula e dal Partido dos Trabalhadore per "sradicare la miseria dal Brasile e dare opportunità a tutti", ha detto. Poi la neo Presidente ha continuato: "Saluto Lula con emozione, per il suo sostegno e la sua saggezza, busserò spesso alla sua porta e so che sarà sempre aperta". La Roussef ha promesso di "costruire una società con eguali opportunità per uomini e donne", ma il suo obiettivo primario sarà garantire "una serie di diritti chiave dall'alimentazione, a una dimora degna e alla pace sociale". "Sarò presidente di tutti i brasiliani ed estendo la mia mano ai partiti dell'opposizione", ha proseguito la Roussef prima di ricevere gli auguri anche dal rivale Serra. Dal 1° gennaio comincia il nuovo governo Roussef: per lei, probabilmente, l'impresa più difficile riuscire a far dimenticare Lula. O perlomeno, a sostituirlo nel cuore dei brasiliani. La neo Presidente ha ricevuto i complimenti per la vittoria e gli auguri da parte di tutti i leader del mondo. Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio alla "presidentessa": "La Sua elezione ha anche un alto valore simbolico per tutte le donne, non soltanto brasiliane, ma di tutto il mondo. Sono convinto che il Suo esempio - ha proseguito il Capo dello Stato - costituirà un importante stimolo per la piena partecipazione del mondo femminile all'avanzamento del processo democratico e civile dei loro Paesi". Complimenti e auguri sono giunti anche dagli esponenti del centrosinistra italiano Pier Luigi Bersani, segretario del Partito democratico, e Nichi Vendola, leader di Sinistra Ecologia e Libertà e Governatore della Regione Puglia. "Sono sicuro che durante il suo mandato presidenziale proseguirà il cammino del progresso e dello sviluppo in Brasile", ha invece affermato il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad.