Romantico Bang Bang
di Filippo Facci
Marco Pannella trascura il bunga bunga e si dedica al bang bang, cioè alla guerra in Iraq e al tentativo di evitare la condanna a morte di Tarek Aziz: invece che occuparsi di cose serie, tipo Lele Mora, si ostina a frivoli scioperi della sete per dimostrare che Saddam poteva essere esiliato, e la guerra evitata. Sin qui Pannella. Poi c'è un intellettuale come Piergiorgio Odifreddi che ha scritto questo sul suo blog: «Saddam, qualunque crimine avesse commesso, si era in fondo riscattato, vestendo romanticamente i panni di Davide contro Golia, e resistendo inutilmente all'invasione e alla conquista da parte del Grande Satana e dei suoi alleati». Questo Odifreddi: e che gli fai a uno così? Il bunga bunga? Basterebbe ricordargli che sotto Saddam era prevista la marchiatura della fronte, l'estrazione delle unghie, lo stupro autorizzato, l'amputazione di orecchie e mani e lingua; che in Iraq furono gassati circa 100mila curdi e altri 200mila scomparvero completamente; che la prigione di Sijn Al-Tarbut consisteva in 150 box simili a loculi cimiteriali che venivano aperti per mezz'ora al giorno o richiusi per sempre in caso di mancata confessione; che all'indomani dell'attentato a Usay Hussein, figlio di Saddam, furono eliminate 3000 iracheni con una ghigliottina capace di decapitare 12 persone alla volta. «Bunga bunga» risponderebbe Odifreddi.