Scandalo Wikileaks, Onu chiede indagine a Usa e Iraq
Particolari scottanti arrivano anche dal quotidiano "Guardian": tre unità inglesi avrebbero ucciso dei civili
Navi Pillay, alto commissario Onu per i diritti umani, ha chiesto i governi statunitense e iracheno di indagare sulle accuse di torture emerse dai documenti del Pentagono diffusi dal sito Wikileaks. E lo fa con un comunicato ufficiale pubblicato sul sito dell'Onu. La Pillay, spiega come i documenti denuncino gravi violazioni delle leggi internazionali a protezione dei diritti umani e indicano come molti civili siano stati uccisi in maniera sommaria. L'Iraq tuttavia, non ha ratificato la sua adesione alla Convenzione contro la tortura e quindi i funzionari dell'Onu non possono esigere di ispezionare le carceri del Paese. Alcuni esponenti della destra americana propongono di trattare Julian Assange, fondatore del sito di Wikileaks, come un "combattente nemico". Il quotidiano britannico The Independent invece fa notare, come alcuni giornali considerino che le informazioni contenute nei rapporti, dimostrino che Saddam possedeva delle armi di distruzione di massa. Il Guardian apre invece con un titolone: "Unità militari britanniche uccisero civili in Afghanistan" spiegando come, secondo i documenti del sito, i tre contingenti si sarebbero resi responsabili dell'uccisione di civili in Afghanistan. A provarlo ci sarebbero anche delle documentazioni chieste e ottenute dal ministero della Difesa, dopo le denunce del sito Wikileaks riguardo ai bilanci forniti dagli Stati Uniti. Dalle informazioni, così afferma il Guardian, risulta che i due terzi delle vittime civili causate dalle truppe britanniche in 21 incidenti sono da attribuire a tre unità dell'esercito. Ovvero al reparto di fanteria 'Cold Stream Guards', che ha ucciso quattro civili a Kabul in quattro settimane, dei commandos della Royal Marine, che hanno ucciso o ferito civili afghani otto volte in sei mesi, e dei membri della Rifles, implicati in tre incidenti del 2009. Tra le vittime di quegli episodi, si legge sempre dalle colonne del quotidiano, figurano anche dei bambini, e un uomo con disturbi mentali. "Siamo profondamente dispiaciuti per tutte le perdite civili", in seguito, ha commentato un portavoce del ministero della Difesa, che aggiunge: "la protezione della popolazione civile afghana è la pietra angolare della missione Isaf e tutti i soldati britannici ricevono una completa istruzione sulle severe regole d'ingaggio". Conclude però dicendo che sarebbero i ribelli islamici a causare la maggioranza dei morti e dei feriti civili in Afghanistan.