Francia: riforma delle pensioni deleteria per Sarkozy
Si organizzano nuovi scioperi contro la legge: il Presidente la firmerà a giorni, intanto perde terreno nei sondaggi
Sarà ancora una settimana difficile in Francia, in vista dell'emanazione della legge di riforma delle pensioni. Dopo il voto del Senato di venerdì, primo ostacolo nel cammino verso il varo della legge, mercoledì potrebbe esserci il sì definitivo prima della firma di Nicolas Sarkozy. Sette deputati e sette senatori devono stilare un testo di compromesso che sarà sottoposto al voto del Senato, prima, e all'Assemblea nazionale, poi. Il Presidente, intanto, continua a perdere consensi: i sondaggi sul suo gradimento lo danno sotto quota 30%, il minimo storico per un presidente d'Oltralpe. Manifestazioni - I sindacati, intanto, non mollano la preda: nuove manifestazioni sono attese nel corso dei prossimi giorni, ed è stato annunciato anche l'ennesimo sciopero generale per il 6 novembre. Migliora la situazione, invece, dal punto di vista dei rifornimenti: secondo quanto annunciato dall'associazione petrolifera di Parigi, tutti i blocchi ai depositi di carburante sono stati rimossi. I lavoratori di 3 delle 12 raffinerie paralizzate negli scorsi giorni hanno deciso di sospendere lo sciopero: sono gli impianti della Esso a Fos-sur-Mer a sud e a Gravenchon a Nord e quello di Reichstett gestito da Petroplus nella Valle del Reno, ad est. In vista del voto, però, potrebbero esserci nuovi cortei e nuovi blocchi.