Cerca
Logo
Cerca
+

Iraq, Wikileaks smentisce l'Italia sulla strage dell'ambulanza

default_image

Dai documenti risulta che non partì nessun colpo dal mezzo colpito (e fatto esplodere) dai militari italiani

tiziano vanni
  • a
  • a
  • a

Il sito web Wikileaks smentisce la versione dei militari italiani sulla nota vicenda dell'ambulanza fatta saltare a colpi di fucile (nell'agosto 2004 sui ponti di Nassiriya), dove all'interno, secondo testimoni, ci sarebbero stati una donna incinta, la madre, la sorella e il marito. I militari italiani avevano infatti dichiarato che prima, partirono verso loro stessi dei colpi dal mezzo, e che tra l'altro, quest'ultimo, non aveva le "sembianze" di un'ambulanza, ovvero non aveva il lampeggiante e nessun segno attraverso il quale, lo si poteva contraddistinguere. Così i nostri soldati hanno ingaggiato uno scontro a fuoco, che ha portato alla morte di alcuni miliziani e all'esplosione del mezzo. Il sito Wikileaks  ha pubblicato i verbali segretati del Pentagono sull'accaduto: "Alle ore 03.25 un automezzo che transitava sul ponte orientale di Nassiriya non si è fermato al checkpoint italiano e veniva conseguentemente ingaggiato con armi leggere. Quindi si è prodotta una grande esplosione, seguita da una seconda da cui si è valutato che il veicolo avesse dell'esplosivo". Wikileaks però spiega come la versione italiana sui fatti, possa fare riferimento ad un altro episodio analogo, accaduto un'ora più tardi cioè alle 04.25, dove i soldati italiani spararono contro un mezzo che non si era fermato al checkpoint. Quindi iniziò una battaglia nella quale diversi insorti rimasero uccisi e altri feriti. La morte di Marracino - Novità anche sulla morte del soldato Marracino. I documenti online indicano che il militare è stato accidentalmente colpito durante un'esercitazione. E non che sia morto per un colpo accidentalmente partito dalla sua arma. In un rapporto americano datato il 15 marzo 2005, classificato segreto e ora pubblicato da Wikileaks con diversi tagli, si legge che "alle ore 13, un (militare italiano) stava prendendo parte a un'esercitazione di tiro a Nassiriya. E' stato accidentalmente colpito alla testa. E' stato trasferito all'ospedale in Camp (Mittica) e classificato come incidente. E' stato trasferito all'Ospedale navale di (Kuwait City). E' morto alle 16.45 circa". La madre dichiara "a noi hanno sempre detto che Salvatore è morto per un incidente causato dalla sua arma. Non so bene come - ha aggiunto - ma pare che sia partito un colpo da un'arma che si era inceppata più volte". Del resto, anche quando fu data notizia della morte del sergente il 15 marzo 2005, furono sollevati da più parti interrogativi e dubbi sulla ricostruzione ufficiale che era stata fornita dall'Esercito. A quanto venne reso noto all'epoca, il militare si era sparato sul volto tentando di disinceppare l'arma mentre era impegnato in una esercitazione di tiro programmata. Ma trattandosi di un soldato esperto, sembrava difficile credere che, per tentare di risolvere l'inceppamento, egli rivolgesse l'arma contro il proprio volto. Inoltre, si rilevava che la canna del Minimi, il modello di arma impugnato da Marracino, è lunga circa un metro, e ci vogliono lunghe braccia per arrivare al calcio e sparare impugnando l'arma a rovescio. Anche l'autopsia aumentò dubbi: l'esame evidenziò infatti, un foro d'ingresso sulla fronte, non sotto lo zigomo come era stato detto inizialmente dalle fonti ufficiali. Il proiettile era penetrato nella scatola cranica spappolando la parte superiore del cervello e causando la morte del parà. La reazione di La Russa - "Esaminerò le informazioni del sito ma si tratta di episodi molto precedenti al mio incarico. Non mi sembra no emergere novità sostanziali che facciano cambiare il giudizio lusinghiero sui nostri militari - è il commento del Ministro della Difesa Ignazio La Russa, intervenuto su SkyTg24 - La trasparenza è il punto principale del cambiamento che potevo attuare. Non perchè i ministri che mi hanno preceduto, in particolare il ministro Parisi, non volessero trasparenza, ma sono modificate le condizioni. Il governo Berlusconi al proprio interno non ha forze che contrastano la presenza militare nelle missioni. Il governo Prodi invece aveva nella sua maggioranza un numero decisivo per il mantenimento del governo, che voleva il ritiro dalle missioni. Era inevitabile - conclude il Ministro - che quel governo non dico non usasse trasparenza, ma tenesse sotto traccia alcuni elementi della reale situazione in Afghanistan".

Dai blog