L'Agcom diffida il Tg1: "Squilibrio a favore del governo"
Dopo l'analisi dei dati sul pluralismo, richiamati anche il Tg4 e Studio Aperto. Fede: "Io so come si fa giornalismo, loro no"
Una diffida al Tg1 e un richiamo al Tg4 e a Studio Aperto per "il forte squilibrio" a favore della maggioranza e del governo. Questi i provvedimenti presi dalla commissione Servizi e Prodotti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dopo l'analisi dei dati del monitoraggio sul pluralismo per il periodo luglio-agosto-settembre 2010. La Commissione Agcom - si legge in una nota - ha pertanto deliberato di impartire una diffida e un richiamo ma "qualora tale squilibrio perdurasse verranno adottati ulteriori provvedimenti". Immediata la replica del direttore del Tg4 Emilio Fede: "Anche se più che il richiamo dell'Agcom sento il richiamo della foresta, risponderò che ho sempre agito nel rispetto delle regole dell'equilibro ma sopratutto dell'onestà professionale. La norma della quale sono più rispettoso è quella della deontologia. Dopo 50 anni di giornalismo ai miei livelli - aggiunge Fede - non c'è agenzia che mi possa venire a dire come devo fare il mio mestiere. Rispondo alla mia coscienza non a quella di Agcom, che è un parlamentino politico dove prevalgono anche scelte ideologiche. Nel mio tg prevalgono le scelte professionali, giornalistiche. Io so come si fa giornalismo, loro no". Più moderato il commento del direttore di Studio Aperto Giovanni Toti: "Questi richiami hanno sicuramente un loro senso, bisognerebbe però tenere presente la notiziabilità degli eventi. Non ho ancora visto i dati, ma se ci chiedono di fare delle modifiche le faremo. Vorrei sottolineare, però, che nell'ultimo periodo le vicende politiche hanno visto protagonisti la maggioranza e il governo, dalla scissione dei finiani, alla casa di Montecarlo, alla presentazione dei 5 punti in Parlamento. Detto questo, io ricordo di aver dato voce a tutti e di aver parlato compiutamente anche delle vicende che hanno riguardato più da vicino l'opposizione". Il Tg1 replica con una nota: "E' assolutamente improprio parlare di 'forte squilibrio' a favore della maggioranza e del governo da parte del Tg1 che ha sempre raccontato e sempre continuerà a raccontare gli avvenimenti politici secondo il principio del pluralismo". Inoltra "risulta strano che l'Agcom entri così pesantemente nell'agone politico, parlando di violazione del pluralismo, senza aver mai indicato preventivamente a quale dato quantitativo ci si debba effettivamente attenere". Le reazioni - Si associa alla decisione dell'Agcom invece l'opposizione. "Il Tg1 non rispetta neanche le regole formali", commenta Paolo Gentiloni, responsabile comunicazioni del Pd. "Ormai diventato una voce della maggioranza, e anche tra le più faziose. La testata che aveva sempre rappresentato la voce dell'informazione istituzionale è stata ridotta alla stregua di un organo militante e di parte. Un danno immenso per la Rai e per i tanti professionisti di qualità che ci lavorano". Il capogruppo dell'Idv in commissione di Vigilanza Rai, Francesco Pardi commenta soddisfatto: "Finalmente l'Agcom batte un colpo e si è accorge del clamoroso squilibrio". Il consigliere di amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo coglie la palla al balzo per rivolgere un appello al dg Mauro Masi: "Adesso deve darmi ragione: smetta di pensare ossessivamente a Michele Santoro, che non ha ricevuto neanche un 'richiamo' nella passata stagione di Annozero, nonostante i tentativi di condizionare l'Agcom, e si occupi invece con serenità ma con fermezza di come Minzolini fa informazione nel servizio pubblico radiotelevisivo". All'opposizione replica il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, che in una nota scrive: "Le reazioni strumentali del Pd rispetto alla pronuncia dell'Agcom sul Tg1 fanno pensare che i dirigenti di quel partito siano appena arrivati sulla Terra dalla Luna o da Marte, o quanto meno che siano improvvisamente vittime di un'amnesia che impedisce a lor signori di ricordare i lustri in cui il Tg1 era clamorosamente schiacciato a sinistra, con tanto di firme di punta di quel telegiornale poi transitate nelle liste elettorali della sinistra. Augusto Minzolini ha avuto il coraggio di rompere una cappa di conformismo. Che oggi lo attacchino forze e ambienti che hanno lottizzato in lungo e in largo, è un fatto che dà la misura dell'ipocrisia e del doppiopesismo in cui viviamo".