Sarah uccisa in casa. E Michele dormiva
Oggi il gip deciderà sull'arresto di Sabrina. La zia Cosima Misseri invitata a comparire in Procura. In casa, negli ultimi tempi, parlavano con i pizzini
Nuovo colpo di scena nell'omicidio di Sarah: si sta facendo strada l'ipotesi che la ragazza possa essere stata uccisa nella casa di Michele Misseri e non nel garage. E c'è di più. Secondo indiscrezioni, Michele Misseri, intorno alle 14,30 di quel tragico pomeriggio del 26 agosto, quando Sarah veniva uccisa, era nel suo letto a riposare. A sostenerlo sarebbe un amico. E non un amico qualunque, ma il più caro amico di zio Michele. È un uomo che tutti chiamano Cosimino o Mimmino, e vive a poche centinaia di metri dalla cisterna d'acqua piovana nella quale Michele ha buttato il corpo di Sarah. Lui conosce bene le abitudini di Misseri, sa delle due-tre ore di sonno pomeridiano - dalle due alle cinque - "perché la mattina si alza sempre alle 3.30-4 per andare a lavorare nei campi". Ma tornando al luogo del delitto, che forse sarà ricollocato dentro l'abitazione e non più nel garage, i carabinieri oggi hanno perquisito l'abitazione dei Misseri proprio alla ricerca di tracce che possano confermare o smentire la nuova ipotesi. Non sono state trovate però né la corda con cui è stata strangolata Sarah né le chiavi di casa della ragazzina defunta. Sabrina - Il Gip Martino Rosati ha rinviato a domani la decisione se emettere o meno l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Sabrina Misseri. Sono stati fissati invece per lunedì 25 ottobre alle 10 al reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Roma gli accertamenti tecnici irripetibili sul cellulare della 15enne e sull'auto Seat Marbella di Misseri. Infine si è appreso che Cosima e Valentina hanno visitato Sabrina in carcere. La zia in caserma - Cosima Misseri, la madre di Sabrina, è stata sentita dagli inquirenti in Procura a Taranto per le 15.30. I Carabinieri hanno portato via la donna dopo la perquisiziose di questa mattina. I militari stavano cercando un mazzo di chiavi indicato dalla stessa Cosima e la corda, con cui è stata uccisa la piccola Sarah. Inizialmente, Michele Misseri aveva detto agli inquirenti di averla bruciata, successivamente, di averla buttata nella spazzatura. I Carabinieri inoltre, hanno scoperto che in casa, negli ultimi tempi, si parlava con i pizzini, ovvero bigliettini scritti a penna e passati velocemente di mano in mano, usati da chi, chiaramente non vuole farsi sentire da orecchie indiscrete. O magari dalle cimici messe dalle forze dell'ordine nella casa, come era plausibile sospettare da parte dei componenti della famiglia. Ed è proprio questo il nocciolo della questione. Questi nuovi sviluppi potrebbero dimostrare un qualche coinvolgimento da parte della madre di Sabrina, Cosima, poichè tutto questo accadeva all'interno di un'abitazione abitata anche da lei. La signora Cosima, è giusto precisare, non è indagata dalla Procura di Taranto, la cosa è stata specificata anche ieri dalle forze dell'ordine. Ma ciò non vuol dire, che gli accertamenti sulla sua posizione si sono conclusi, anzi, nelle ultime ore si è fatta strada un'altra ipotesi investigativa, riguardante la presenza di altri telefoni cellulari, oltre a quello di Michele Misseri, nella zona in cui è stato occultato il cadavere di Sara Scazzi. I carabinieri avrebbero rilevato tracce anche del telefonino della stessa Cosima Serrano e, a quanto pare addirittura di un terzo, non precisato, cellulare. Proprio il racconto, impreciso, fatto dalla moglie di Michele Misseri sui minuti della scomparsa di Sarah ha alimentato i dubbi nutriti dagli inquirenti. Gli specialisti del Ris di Roma intanto avrebbero rilevato ben quattro impronte, appartenenti a quattro persone diverse, nello spazio riservato alla batteria del telefonino di Sarah, ritrovato da Michele Misseri in aperta campagna il 29 settembre. Un fatto che sembra avvalorare l'intercettazione - anticipata domenica scorsa dalla Gazzetta - dove Sabrina dice: "Perché papà ha consegnato il telefonino? Su quel cellulare ci sono le nostre impronte, la sera prima l'abbiamo toccato tutti" Liala, amica di Sabrina, a Mattino cinque: "Io e Sabrina siamo cresciute insieme, abitiamo una di fronte all'altra da quando avevo 6-7 anni - racconta - Frequentavo sia Sabrina che Sarah, perchè dove c'era Sabrina c'era Sarah. Sabrina non è mai stata gelosa di nessuno, e nel modo più assoluto di sua cugina - continua l'amica - mi dissocio dalla descrizione televisiva del carattere di Sabrina. E' una ragazza semplice, aperta, pulita, lavoratrice, non eccentrica, molto timida, che si scoraggia molto facilmente e che non si sente all'altezza e per questo motivo la prendevamo in giro. Non sembra neanche lei per la tenacia con cui adesso si difende. Era legatissima alla famiglia, alla strada e alla casa in cui viveva, era molto legata alle origini e soprattutto era legata a suo padre che era la prima persona della sua vita". Liala ricostruisce anche i momenti che precedono lo stato di fermo di Sabrina: "anche dopo che il padre ha ritrovato il cellulare - ricorda - ho frequentato quasi tutti i giorni casa Misseri, perchè fu una notizia un pò scioccante. Sono stata con lei fino al giorno prima che la portassero via. L'idea di riunirci a casa sua quella sera fu mia, perchè Sabrina stava male, era in camera con la luce spenta e non mangiava e pensai che stare tutti insieme la potesse risollevare. Siamo stati tutti insieme fino a tardi, abbiamo parlato di vecchi ricordi, abbiamo visto le nostre foto da piccoline. Sabrina durante la serata continuava a domandarsi quando sarebbero arrivati i carabinieri per interrogarla, non vedeva l'ora di difendersi, di dire la propria opinione perchè da sempre anche in paese hanno puntato il dito contro di lei, tacciandola di essere colpevole. Sapeva che prima o poi l'avrebbero interrogata". Poi si sofferma anche sulla figura Michele Misseri: "non era assolutamente sopraffatto dalle figure femminili della famiglia, era un uomo che delegava molto". Poi conclude: " Non ho idea di chi possa essere stato ad uccidere Sarah. Non accuso nessun componente di questa famiglia perchè dal mio punto di vista era una famiglia modello e soprattutto il padre. Credo all'innocenza di Sabrina, la difendo perchè non ho motivo di accusarla. Normalmente ora mi trovo disorientata e voglio sapere la verità".