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Anche i no global in piazza oggi a Roma

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di Gianluigi Nizzi

carlotta mariani
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Gli scontri di piazza servono nella guerra per la guida della Cgil? Qualcuno deve averlo messo in conto. Previsto, atteso forse persino augurato con una dose di cinismo senza precedenti. Al Viminale infatti si fa largo l'idea che la scelta di invitare alla manifestazione della Fiom di oggi i duri e puri del centro sociale Crash di Bologna, del Pedro di Padova e dell'Askatasuna di Torino non sia stata una mossa casuale ma rientri in una dura contrapposizione all'interno della Cgil. Tra chi, quindi sostiene la linea del segretario in pectore Susanna Camusso e chi punta alla fronda interna per isolare una minoranza radicale che torni alle battaglie a pugno chiuso degli anni '70. Per questo Bobo Maroni, da quanto risulta a Libero, ha lanciato l'allarme dopo aver raccolto segnali precisi di una volontà di disordini non in antinomia con le frange più intransigenti. La chiave di interpretazione sposta quindi la prospettiva dalla contestazione al governo alla lotta interna alla Cgil.  Il 3 novembre infatti si riunisce il direttivo per eleggere il nuovo segretario  generale della confederazione. La Camusso è data per certa ma un'eventuale instabilità durante la manifestazione potrebbe essere colta come pretesto per dar maggiore visibilità all'anima meno riformista della Cgil. Ci potrebbe quindi essere il tentativo di strumentalizzare i recenti episodi di contestazione e di violenza che hanno segnato la vita sindacale dalla ripresa dell'attività a settembre. In realtà già alla festa del Pd di Torino a fine agosto il segretario della Cisl fu contestato in maniera violenta dall'ala antagonista e dal popolo viola. Partì un fumogeno che centrò il giubbotto del sindacalista. Subito dopo, assalti, irruzioni e aggressioni. Tutti con lo stesso obiettivo: la Cisl, l'anima moderata dei sindacati italiani. Scritte minacciose, insulti, telefonate anonime sino agli incidenti di Treviglio che hanno visto partecipare anche iscritti alla Fiom. Solo qualche giorno fa la Procura di Roma ha avviato un'indagine sui blitz nelle sedi sempre della Cisl ipotizzando i reati di danneggiamento e minacce.   Proprio i ragazzi dei centri sociali di Padova hanno appena occupato la sede veneta di Confindustria prima di mettersi in viaggio per raggiungere la capitale e la manifestazione della Fiom. L'attività dei  loro amici di Torino, del centro sociale Askatasuna, è raccolta in fascicoli alte due spanne alla Digos sotto la Mole, carte che raccontano di disordini, occupazioni, scontri.  Un altro segnale di attività che viene monitorata dalla polizia in coordinamento con i colleghi tedeschi, francesi e olandesi, riguarda la rete di relazioni internazionali sulla quale questi centri sociali possono sempre contare. In particolare, è arrivata la segnalazione che in occasione della manifestazione della Fiom, si sarebbero organizzati delle trasferte da parte di gruppi, anche modesti stranieri pronti a intervenire durante la manifestazione. Gruppi che per precedenti, adesioni e area di orientamento non fanno proprio presagire alla classica pacifica manifestazione. Si può quindi sostenere che il possibile utilizzo strumentale della piazza per giochi lontani dal “democratico” confronto all'interno del sindacato e la ricerca continua di situazione mediatiche da parte dell'antagonismo violento determinano un cocktail ad alto potenziale. Una miscela che nulla ha a che vedere con gli obiettivi del corteo della Fiom a favore dei metalmeccanici.  Ed è forse per questo che il servizio d'ordine del sindacato dovrà essere intransigente nell'azione di controllo. Non solo senza lasciare ombre di ambiguità nell'isolare qualsiasi possibile episodio di violenza ma anche nel prevenire che la situazione possa degenerare. Questo anche se è ovvio augurarsi che proprio l'allarme lanciato pubblicamente dal ministro Bobo Maroni,  i piani di sicurezza studiati dalla polizia, l'azione diplomatica con le aree dei duri & puri, possa evitare qualsiasi scontro lasciando a casa paura e violenza.

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