Cerca
Logo
Cerca
+

Vendola: "Precari e universitari, è il momento di rivoltarsi"

default_image

Il Governatore in una videolettera: "La Gelmini avrebbe potuto mettere una toppa, ma non aveva fatto i conti con Tremonti"

domenico d'alessandro
  • a
  • a
  • a

Con una videolettera pubblicata sul suo sito, Nichi Vendola prende a cuore il problema dei precari e della riforma universitaria. Ma lo fa con toni duri e parole pesantissime. Soprattutto quando invita tutti a "rivoltarsi". "Carissimo precario, la voglia di scriverti mi deriva dalla considerazione della tua ingratitudine: in fondo tu sei il vero eroe del nostro tempo", è l'incipit della lettera. Che poi prosegue: "I precari che oggi dilagano in ogni segmento del mondo produttivo sembrano viceversa non accorgersi di questa centralità - scrive il Presidente della Regione Puglia - in particolar modo, la tua ingratitudine oggi rischia addirittura di rappresentare un granello di sabbia che può inceppare il meccanismo del Governo". Secondo il Governatore, il Ministro Gelmini avrebbe potuto "mettere una toppa a quel dolore acutissimo o a quel buco violentissimo che si sta creando nel sistema universitario, e la toppa era un emendamento salva-precari. Ma la Gelmini - aggiunge Vendola - anche questa volta non aveva fatto i conti con il Ministro Tremonti".   Secondo il leader di Sinistra Ecologia e Libertà l'Università subirà tagli per un miliardo e 400 milioni di euro: si tratta di "un salasso che non ha precedenti nella storia italiana, sostanzialmente un colpo alla nuca del sistema universitario. Dopo i tagli alla scuola, otto miliardi di euro in meno, i tagli all'Università - commenta Vendola - e tutto questo viene presentato nel nome del riformismo berlusconiano". Poi la previsione del Presidente della Regione nonchè prossimo candidato alle Primarie del Partito democratico nazionale: "Siamo al capolinea di una stagione che ha sfigurato l'Italia, che ha massacrato diritti sociali fondamentali. Il colpo grosso è quello che riguarda proprio la formazione: precarizzare il mercato del lavoro e rendere precaria la cultura, gli apparati formativi, i docenti, gli insegnanti, gli studenti. E' la società della precarietà". Dunque l'invito che farà discutere nelle prossime ore: "Caro precario, io penso che non valga la pena di lamentarsi, forse è giunto il momento di rivoltarsi".

Dai blog