Muore la donna aggredita nel metrò
Coma irreversibile e cure interrotte. L'uomo che l'ha colpita, che dovrà andare in prigione, ha avuto un malore
Maricica Hahaianu è morta. Dopo l'annuncio del coma celebrale, verso le 21,30 di venerdì 15 ottobre, i familiari dell'infermiera romena 32enne colpita al volto nella metro Anagnina di Roma da Alessio Burtone (ora ai domiciliari) hanno deciso di "staccare la spina". Lo ha detto il legale Alessandro Di Giovanni. Il marito, Adrien, non si dà pace: "Perché lui è a casa e non in carcere?". Riguardo all'eventuale donazione degli organi, l'avvocato ha detto che il marito non vuole render pubblica la sua decisione. Sul corpo della donna verrà effettuata l'autopsia dal professor Paolo Arbarello dell'istituto di Medicina legale dell'università La Sapienza. I funerali di Maricica Hahaianu si svolgeranno in Romania, per decisione dei familiari. La reazione dell'aggressore - Appena saputo della morte della donna, Alessio Burtone ha avuto un malore. "Si è sentito male e abbiamo dovuto chiamare la guardia medica" ha spiegato il legale Fabrizio Gallo. "Il medico - ha aggiunto - gli ha somministrato dei farmaci ansiolitici perché Alessio era molto agitato". Secondo Gallo, ora il ragazzo "potrebbe essere riportato in caserma e che la sua condanna, con l'imputazione di omicidio preterintenzionale, potrebbe diventare più pesante rispetto alle semplici lesioni". Tutta la famiglia di Alessio è dispiaciuta per la notizia del decesso. "Sono state rovinate due famiglie" ha detto la madre. Il coma celebrale - Ormai anche l'ultima speranza sembra doversi fare da parte. Il cervello di Maricica, la donna rumena aggredita in metrò a Roma da un giovane romano, è sostanzialmente morto. La commissione medica che la sta seguendo sta mettendo in atto le procedure per accertare la morte cerebrale, e dunque quel coma - che per un breve momento era sembrato reversibile- tale non è. La donna sembra è destinata a restare in vita solo se attaccata alle macchine. Secondo quanto si è appreso, però, i medici potrebbero procedere a staccare i macchinari che la tengono in vita entro sei ore. La visita di Alemanno - In questi momenti terribili, al Gemelli si è recato per una visita il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Il Primo Cittadino della Capitale si è poi fermato con i giornalisti per un suo commento su questo incredibile episodio di violenza: "Non posso non chiedere al procuratore che questo assassino venga portato in carcere e che non continui la reclusione agli arresti domiciliari - ha detto Alemanno - Le scuse di Burtone sono un fatto positivo che sarà sicuramente valutato dai giudici, però purtroppo quello che gioca contro l'aggressore è la sua attività sportiva e il fatto che anche in altre occasioni abbia dato luogo a gesti di questo genere". Il Sindaco ha poi raccontato il suo colloquio con Adrian, il marito della vittima: "Ho parlato anche con lui e gli ho detto che il Comune vuole contribuire a tutte le spese, sia che faccia i funerali a Roma sia per la traslazione della salma. Vogliamo essere vicini a questa persona. Poi ho incontrato il console e l'ambasciatore romeni e mi è stato confermato che non si è trattato di un fenomeno di intolleranza. Anche Adrian - racconta Alemanno - è consapevole del fatto che non c'è stato alcun risentimento di tipo razziale. C'è solo un pazzo che ha fatto questo gesto". Ai giornalisti che gli hanno chiesto un'opinione sui suoi concittadini che non si sono fermati a prestare soccorso a Maricica, Alemanno ha detto: "In realtà guardando bene il video si tratta di due tre persone che possono essere anche cadute in equivoco perché vedevano solamente una persona a terra e non vedevano colluttazione. Adesso spetta agli inquirenti valutare se c'è stata un'omissione di soccorso".