La mamma del ragazzo morto nel carcere francese scrive a Carla Bruni
Il figlio era deceduto in carcere a Grasse il 25 agosto e le scriveva: "Mamma mi maltrattano". Il corpo rientra in Italia privo degli organi
Non si dava pace la madre di Daniele Franceschi, il 36enne, morto nella prigione di Grasse, nel Sud della Francia il 25 agosto scorso. Quel figlio morto lontano da casa, in circostanze che i familiari definiscono sospette e senza ancora aver riavuto la sua salma. Così, ieri 13 ottobre, la donna, Cira Antignano, e la cugina del giovane si erano messe a manifestare davanti al carcere francese. Una protesta per riottenere il corpo di Daniele ma anche per contestare la strana morte del ragazzo. Le guardie penitenziarie avevano parlato di infarto ma i parenti ci vogliono vedere chiaro e, dopo l'autopsia fatta in Francia, vogliono far riesaminare la salma in Italia. Le donne avevano al collo cartelli bilingue in italiano e francese, con la scritta ''Me lo avete ucciso due volte'. L'avvocato Aldo Lasagna ha detto che dopo pochi minuti, alcuni agenti di custodia hanno chiesto di consegnare i manifesti e di andarsene. Le due italiane si sono rifiutate e sono state arrestate con l'accusa di villipendio alle istituzione francesi. Sono state poi rilasciate grazie all'intervento del console italiano a Nizza. Secondo l'avvocato della famiglia, Cira Antignano, dopo la scarcerazione, si è recata in un pronto soccorso locale, dove le e' stata trovata l'incrinatura di tre costole. Le proteste però sono servite a qualcosa. il corpo di Daniele rientrerà in Italia questa mattina. L'arrivo è previsto alle 10,30 all'aereporto di Pisa con un C-130 messo a disposizione dall'Aereonautica militare italiana. Sull'aereo, anche la madre. La salma verrà portata all'ospedale Versilia per l'autopsia voluta dalla famiglia e autorizzata dalla procura di Lucca. La lettera della madre a Carla Bruni - Mamma Cira scrive alla moglie del presidente Sarkozy, una lettera toccante dove la madre di Daniele Franceschi, il carpentiere di 36 anni morto misteriosamente nel carcere francese di Grasse, chiede verità e giustizia: "Le scrivo il giorno dopo il rientro di mio figlio in Italia, un rientro per il quale ho dovuto lottare tanto, per rivolgerle un accorato appello affinché voglia intervenire per fare chiarezza sulla sua morte. Il dolore per la morte di un figlio solo chi è madre lo può comprendere, ma ancor più grande è il dolore nel non poter dare al proprio figlio una sepoltura dignitosa, Daniele è rientrato in Italia privo dei suoi organi; mi verranno restituiti forse a fine dicembre. Non mi sarà possibile dargli l'ultimo saluto: il suo corpo è in fase avanzata di decomposizione perché per 51 giorni non è stato tenuto alla temperatura di -22 gradi". La signora ricorda le paure del figlio quando era ancora in vita chiuso in cella "Mamma mi maltrattano", le scriveva il figlio, e infine si sofferma sull'aggressione da lei subita dalla gendarmeria mentre manifestava davanti al carcere di Grasse.