L'allarme dei geologi: in pericolo milioni di italiani
Rischio idrogeologico elevato soprattutto in Campania e al Nord. 3mila comuni in zone sismiche
Elevato rischio idrogeologico in Italia. I geologi lanciano l'allarme: 6 milioni di persone, oltre 6 mila scuole e 531 ospedali sono localizzati in zone pericolose. E' quanto emerge dal rapporto Terra e sviluppo. Decalogo della terra 2010, realizzato dal centro studi del Consiglio nazionale dei geologi italiani, con la collaborazione del Cresme, e presentato stamani a Roma nella sala della Protomoteca del Campidoglio. Solo in Campania oltre un milione di persone vivono in aree ad alto rischio di frane e alluvioni, 825 mila in Emilia-Romagna e oltre mezzo milione in ognuna delle tre grandi regioni del nord, Lombardia, Piemonte e Veneto. La situazione è destinata a peggiorare soprattutto nelle regioni a più elevata urbanizzazione. A causa anche dei flussi migratori, si calcola che nel 2019 ci sarà un ulteriore incremento della pressione insediativa con valori che a livello nazionale toccano il 4% di abitanti in più, il 5% nel nord-ovest e al centro e il 7,9% nelle regioni del nord-est. Rischio sismico - Nel dossier ci sono dati preoccupanti anche sul territorio a rischio sismico. I comuni interessati da un "rischio elevato" sono 725, mentre quelli esposti ad un pericolo "medio" sono 2344. In questi comuni ci sono circa 6,3 milioni di abitazioni e 12,5 milioni di abitazioni, oltre a 28mila scuole e migliaia di ospedali. Le regioni con il maggior numero di istituti scolastici costantemente monitorati degli esperti sono la Sicilia, con 4856 scuole, e la Campania, con 4600 edifici. Anche Toscana e Lazio hanno più di 2500 istituti "a rischio". Situazione preoccupante anche in Calabria ed Emilia Romagna. Completamente esenti da rischio elevato sono solo i territori di Valle d'Aosta, Sardegna e Trentino-Alto Adige Pietro Antonio De Paola, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, ha spiegato: "Dal dopoguerra ad oggi sono stati spesi 213 miliardi di euro per il dissesto idrogeologico e il risultato è quello che vediamo in Liguria, Campania o Sicilia. Il nostro territorio ha una vulnerabilità elevatissima, per la quale siamo costretti ad inseguire le emergenze con spese continue, senza peraltro raggiungere un livello accettabile di sicurezza". Della cifra indicata, 27 miliardi sono stati investiti solo dal 1996 al 2008. In base alle stime del ministero dell'Ambiente riportate nei Piani di assetto idrogeologico (Pai) "occorrerebbero circa 40 miliardi per mettere in sicurezza l'intero territorio. Ma lo Stato ha dimostrato di spendere molto poco e quindi non c'è molta fiducia nell'arrivo di risposte adeguate". Tuttavia De Paola giudica positivamente il piano annunciato dal ministro Stefania Prestigiacomo che, in collaborazione con le Regioni, prevede un investimento complessivo di circa 1,5 miliardi: "E'è indirizzato correttamente, perché gli enti attuatori dovrebbero essere le stesse Autorità di bacino che hanno realizzato i Pai".