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Il G7 e l'FMI alle prese con la guerra dei cambi

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Al via l'incontro di Washington. Sul banco degli imputati i Paesi emergenti che svalutano la loro moneta

Roberto Amaglio
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Si prevede un nuovo acceso scontro tra i Paesi emergenti e le potenze del G7 in tema di politica monetaria. Martedì, infatti, inizierà a Washington l'incontro annuale del Fondo Monetario Internazionale, il cui tema portante sarà la cosiddetta "guerra dei cambi". Patata bollente - Il motivo del contendere è presto spiegato. Con il fine di acquisire o recuperare competitività, alcuni Paesi emergenti e lo stesso Giappone stanno cercando di abbassare le quotazioni delle rispettive monete, con l'obiettivo tra l'altro di rilanciare le esportazioni e tenere sotto controllo la politica dei prezzi interni. L'espediente finanziario, però, non è visto di buon occhio da alcune potenze internazionali, i cui prodotti risentirebbero di una rivalutazione al ribasso delle valute dei competitor commerciali. E l'appuntamento di Washington, al quale parteciperanno anche alcuni tra i principali banchieri internazionali, giunge al termine di un mese infuocato: il Giappone è ripetutamente intervenuto per arrestare l'ascesa e invertire il corso dello Yen, seguito nelle sue mosse da un paio di Paesi emergenti. Inoltre lo stesso ministro delle Finanze brasiliano, Guido Mantega, ha parlato di una "guerra valutaria globale", con le politiche finanziarie mondiali finalizzate a penalizzare lo stato Sudamericano. Ovviamente il clima teso riguarda anche il colosso cinese e gli Stati Uniti d'America, ai ferri corti dallo scorso 30 settembre. Il Parlamento di Washington, infatti, ha approvato un disegno di legge di misure di ritorsione contro la Cina, accusata di svalutare la sua valuta, lo yuan, per sostenere le sue esportazioni e contribuire al contempo ad accrescere il pesantissimo deficit commerciale a stelle e strisce. Un'accusa condivisa anche dagli Stati Europei, che ha già chiesto a più riprese alla Cina di dare maggior potere allo Yen. L'incontro di domani raggiungerà il suo culmine nel fine settimana, con un vertice dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali del G7 e con le assemblee delle istituzioni di Bretton Woods.

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