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Mare, 230mila specie

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È stato fatto il primo censimento marino. Il Mediterraneo è al quarto posto per biodiversità ma è anche quello più a rischio

carlotta mariani
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È stato fatto il primo censimento dei fondali marini. Nelle acque del nostro pianeta ci sarebbero 230mila specie secondo il lavoro del Census of marine life (Coml), 360 ricercatori provenienti da 80 nazioni che in 10 anni hanno svolto questa ricerca per capire la diversità e la distribuzione della vita nei nostri mari. “Non era mai stato fatto un elenco del genere” sottolinea il Coml che oggi mostrerà i risultati, insieme al National Geographic, al Royal institution di Londra. “L'obiettivo – ha aggiunto il Coml – è creare una enciclopedia online con tutte le specie, vecchie e nuove, e una pagina web per ogni varietà”.  Altro scopo è il disegnare mappe per segnalare dove gli esseri viventi sono stati osservati e dove potrebbero vivere, in relazione anche alle possibili conseguenze del cambiamento climatico. Risultati dello studio – Secondo i primi dati del censimento, il Mediterraneo il quarto mare per ricchezza di biodiversità (17mila unità tra crostacei, pesci e alghe). Le zone più vitali in assoluto sono le acque attorno al Giappone e all'Australia, con circa 33mila specie. Alle loro spalle, la Cina (22mila forme di vita). Al quinto posto, il golfo del Messico con 15mila specie, almeno prima dell'onda nera della Bp. La ricerca non è finita. Secondo il Coml, il 70% dei fondali sarebbe ancora da scoprire. Gli scienziati sottolineano che “le osservazioni non sono state fatte nelle maggior parte degli abissi oceanici”. Mediterraneo – Le acque che circondano l'Italia sono tra le più ricche di vita ma anche le più a rischio. La presenza dell'uomo (il Mediterraneo è l'area marina con il più alto numero di rotte commerciali) e le cause dei cambiamenti climatici potrebbero danneggiare a breve questa ricchezza. Confrontando i dati storici, è emerso che alcune popolazioni hanno subito diminuzioni anche del 90%.

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