Il Cav: "La sovranità è passata ai pm"
Alla Festa della Libertà, Berlusconi ha parlato di giustizia, del governo e di Napoli. Maroni: "Senza maggioranza, subito al voto". I giudici dell'Anm contro Berlusconi: "Rischio sovvertimento istituzioni"
“Dice la sinistra: "Mandiamo a casa Berlusconi". Ma avendone venti non saprei in quale casa andare”. Nonostante gli attacchi dell'ultima settimana, il premier non perde la voglia di scherzare e lo ha fatto di nuovo ieri, al Castello Sforzesco di Milano, alla festa del Pdl. Migliaia le persone presenti secondo gli organizzatori. Scalfaro - “Eccoci qua, anche se qualcuno ha tentato di non farmi venire”. Il presidente del Consiglio ha aperto così il suo discorso riferendosi, senza citarle, alle telefonate di minaccia ricevute. Ha poi ricordato la sua discesa in politica e il primo governo del '94 quando "Scalfaro chiamò Bossi e gli disse testualmente di staccarsi da un Berlusconi ormai nel baratro se non voleva finirci anche lui". Commissione per i magistrati – Il premier ha di nuovo parlato del fatto che se una legge non piace ai pm, non viene approvata. “In Italia la sovranità è stata trasferita dal popolo ai pubblici ministeri”. Per questo, secondo Berlusconi, “è nostro dovere oltre che nostro diritto” una “commissione parlamentare d'inchiesta” sull'operato si “certi magistrati”. Il cavaliere ha ribadito che non tutto il sistema giudiziario è ‘marcio': "Non vogliamo fare una riforma contro i giudici, come ha stoltamente sostenuto qualcuno nei giorni scorsi. Vogliamo fare una riforma per i giudici onesti e i cittadini". Ha citato esplicitamente il pm del processo Mills, “il famigerato De Pasquale, quello che ha detto a Gabriele Cagliari che lo avrebbe liberato e poi è andato in vacanza e Cagliari si è suicidato”. Il premier ha sottolineato che “il ‘pentito' Spatuzza è al soldo di certi pm e sarebbe capace di dire qualunque cosa". Il caso P3 invece è stato definito come “quattro vecchietti che vengono tenuti dentro affinché parlino di Berlusconi, perché hanno fatto loro capire che se parlano di me la loro condizione cambia totalmente”. L'allarme dei giudici - Le parole del premier, ovviamente, non sono piaciute all'Anm. "Mettere in discussione, in maniera così violenta, un'istituzione, rischia di sovvertire gli equilibri" ha tuonato il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara nel corso del programma condotto da Paola Saluzzi e in onda su Sky. "È una situazione che si trascina dal 1992, cioè dall'inizio di Tangentopoli - ha aggiunto Palamara- ma negli ultimi tempi ha raggiunto livelli mai visti:ogni inchiesta giudiziaria viene strumentalizzata". Governo – Concluso l'argomento giustizia, il presidente del Consiglio ha parlato della nascita del Pdl. “Ci siamo uniti a chi faceva politica prima di noi facendosi prendere per mano - ha detto il premier - una politica fatta di ideali, ricordiamo che anche la Chiesa sostiene che la politica è il più grande atto di carità. Abbiamo subito vinto le elezioni e abbiamo iniziato a cambiare l'Italia”. Berlusconi ha ribadito che “nessun governo ha mai fatto così tanto come questo negli ultimi due anni. C'è da stropicciarsi gli occhi solo a leggere l'opuscolo che manderemo a tutti gli italiani per sapere ciò che abbiamo fatto”. Il cavaliere ha poi sottolineato che uno dei grandi meriti è la lotta contro la criminalità organizzata: “Passeremo alla storia come il governo che ha sconfitto la mafia”. Nessuna preoccupazione per i finiani. “Andremo avanti con questa maggioranza – ha dichiarato il presidente - parlamentari eletti con noi che hanno costituito un gruppo diverso hanno dichiarato la loro fiducia e noi vogliamo credere a loro. Ma faremo una verifica giorno per giorno e se questa lealtà verrà meno nei fatti, non ci metteremo un minuto per tornare al popolo italiano a chiedere di nuovo la sua fiducia”. Parole dure contro l'opposizione che “vuole mettere insieme una ammucchiata indefinita che magari mette insieme Vendola, Grillo, Di Pietro e il Pd per fare anche l'occhiolino a Fini e Casini con l'unico scopo di fare un governo tecnico che cambi al legge elettorale”. Caos nel napoletano – “I rifiuti di Napoli hanno un nome: Rosa Russo Jervolino" ha commentato il Cavaliere che ha confermato quanto detto in Senato giovedì scorso: “il servizio di raccolta dei rifiuti perché lì c'è un'amministrazione di sinistra che non sa farlo funzionare”. Ha aggiunto che la settimana prossima andrà, insieme a Bertolaso, “ a dare aiuto e a risolvere la situazione”. Obiettivo – “Dobbiamo tornare allo spirito del '94: un grande progetto per la capillarizzazione nel territorio del Pdl”. Con queste parole il premier ha chiuso la Festa del centrodestra. "Voglio 61mila team della Libertà nei 61mila dipartimenti elettorali – ha aggiunto, annunciando che a questo ci penseranno Michela Vittoria Brambilla e Mario Valducci in modo che “5 difensori del voto porteranno a conoscenza delle famiglie tutte le buone cose che ha fatto il governo”. Tutto questo per un semplice scopo: “andare oltre il 51%, traguardo che siamo sicuri di poter raggiungere" ha concluso il presidente. Roberto Maroni a Mattino5 - Secondo il ministro dell'Interno, nella maggioranza "c'é ancora molta confusione e c'é bisogno di chiarezza". Maroni non è sicuro che i cinque punti annunciati da Berlusconi siano effettivamente condivisi da chi ha votato la fiducia e ritiene necessaria una verifica. Unica alternativa, il ritorno alle urne: "Se non ci sarà la conferma che la maggioranza esiste, occorre andare al voto subito". A questo proposito, Maroni ha sottolineato a Mattino 5 che "nelle prossime tre settimane ci saranno una serie di scadenze importanti, in cui si potrà verificare la tenuta della maggioranza, come ad esempio il rinnovo delle presidenze delle commissioni parlamentari". La proposta di un governo tecnico per fare la riforma elettorale, come detto dall'opposizione è da Italo Bocchino, è stata definita una "ipotesi strampalata" dal ministro. "Ricordo che la riforma elettorale la fa il Parlamento e non credo che ci sia una maggioranza per farla: mi sembrano quindi minacce con armi spuntate". Bocchino e il voto - Secondo il capogruppo alla Camera Fli, "è l'ora di passare dalla sovranità padronale a quella popolare". Italo Bocchino ha sottolineato che "esiste gia' una maggioranza alternativa, tanto alla Camera quanto al Senato, in grado di ritrovarsi sulla modifica della legge elettorale. Se qualcuno cerca un pretesto per andare a votare, lo sappia. Solo dopo si potra' tornare al voto".