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Dietrofront di Bossi: "Chiedo scusa ai romani"

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Per il Senatur era una semplice battuta. Alemanno: "Sono contento per questo gesto. Scuse accettate"

Tatiana Necchi
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Le scuse - Dopo le polemiche innescate dalle frasi sulla declinazione di S.P.Q.R., il Senatur, conversando con i cronisti mentre lasciava Palazzo Madama dove si è tenuto il discorso del Premier, fa marcia indietro:  ''Chiedo scusa ai cittadini se ho offeso qualcuno. La vicenda - ha però aggiunto - è stata strumentalizzata, sono stato impiccato per una frase''. Mozione di sfiducia - Poi a proposito della mozione di sfiducia presentata contro di lui, il leader del Carroccio si è detto ottimista e ''sicuro'' che il Governo non cadrà e andrà avanti. In fondo, ha ribadito il ministro delle Riforme, ''era semplicemente una battuta''. Scuse tardive - Il presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi commenta così le scuse del leader del Carroccio: "Le scuse di Bossi sono tardive, poco convinte e assolutamente insufficienti. Non risolvono in alcun modo il problema della violenza verbale della Lega e dei quotidiani attacchi all'unità nazionale, alle istituzioni ed alla Costituzione. La politica è stata sino ad oggi troppo condiscendente nei confronti della Lega. È il momento di dire basta". Serve chiarezza politica - "Sono molto contento di questo gesto di Umberto Bossi. Per quanto mi riguarda le scuse sono accettate". Sono le parole del sindaco della capitale, Gianni Alemanno, mentre stava lasciando la riunione dell'Anci. "Devono terminare tutte le strumentalizzazioni su questa vicenda - ha aggiunto Alemanno - però vorrei che ci fosse una chiarezza anche politica per il futuro in modo che ci sia rispetto, come era nel patto iniziale, per Roma Capitale e una sua sintonia con il progetto di federalismo fiscale. Credo che sia opportuno fare un incontro - ha concluso - magari in Campidoglio con Bossi, Calderoli e Tremonti". Parole che creano imbarazzo - Il  capogruppo Fli alla Camera, Italo Bocchino, rispondendo alle domande dei cronisti a Montecitorio sottolinea che se la mozione di sfiducia del Pd a Umberto Bossi verrà calendarizzata "ascolteremo in aula cosa diranno Berlusconi e Bossi in aula e poi valuteremo".  Poi l'esponente finiano aggiunge: "Certo ci provoca un grande imbarazzo se un ministro dice certe cose". Nessun dubbio sulle scuse - Il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, dichiara: "Non avevo dubbi che il ministro Bossi si sarebbe scusato, da subito ho pensato che lo avrebbe fatto come ho detto già nei giorni scorsi. Vivendo da tanti anni a Roma non si può immaginare che non sia anche lui un po' innamorato della nostra città. Il nostro paese - aggiunge - ha quanto mai bisogno di essere coeso, non servono altre lacerazioni. Sono certa che i cittadini di Roma e del Lazio, come noi rappresentanti delle istituzioni, accetteranno le sue scuse che vogliamo interpretare come un segnale perchè si torni ad un dialogo sano, senza insulti, e perchè tutti si possa lavorare per unire e non per dividere le diverse realtà del Paese". 

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