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Scuola di Adro, interviene Napolitano

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Secondo il Capo dello Stato nessun simbolo identificabile con una parte politica può sostituire in sede pubblica quelli della nazione e dello Stato

Tatiana Necchi
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Si torna ancora a parlare della scuola di Adro, piccolo centro nel bresciano a guida leghista, dove in una scuola inaugurata recentemente, e dedicata a Gianfranco Miglio, campeggiano oltre 700 simboli padani. Dopo le numerose polemiche, la lettera del ministro dell'istruzione Maria Stella Gelmini in cui chiedeva la rimozione del simbolo del “sole delle alpi”, dopo l'intervento della Cgil di Brescia che ha inviato una lettera di diffida al primo cittadino Oscar Lancini, questa volta a muoversi è il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. "Il capo dello Stato ha apprezzato il passo compiuto dal ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, invitando il sindaco di Adro a rimuovere quelle esibizioni - ha scritto il segretario generale della presidenza della Repubblica ai genitori di Adro, che all'indomani dell'avvio dell'anno scolastico avevano informato il Quirinale del proprio sconcerto spedendo una lettera con 185 firme - Napolitano ha ribadito la sua convinzione che nessun simbolo identificabile con una parte politica possa sostituire in sede pubblica quelli della nazione e dello Stato, né questi possono essere oggetto di provocazione e sfide. Il presidente della Repubblica ha seguito, assumendo i necessari elementi di informazione, e segue con attenzione la vicenda della clamorosa esibizione del simbolo del 'sole delle alpì nel nuovo polo scolastico di Adro". Intanto, però, Napolitano ha fatto sapere di non aver gradito il modo con cui i giornali hanno parlato della lettera del Quirinale. In visita a Parigi, il presidente della Repubblica ha tenuto a precisare di non aver fatto «nessun intervento» su Adro ma di aver semplicemente «preso atto» che il ministro Gelmini aveva sollecitato la rimozione di quei simboli, come da più parti richiesto: «Su Adro io non ho fatto nessun intervento, sarebbe stato tardivo ieri o l'altro ieri. Io - ha puntualizzato Napolitano - ho preso atto che c'erano state forti sollecitazioni che venivano dall'opposizione, dalla stampa, dall'opinione pubblica. Ho avuto fiducia che intervenisse, come doveva, il ministro e ho preso atto che c'è stato un intervento con cui è stata sollecitata la rimozione di quei simboli».

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