I rom spaccano l'Europa
Al pranzo del consiglio Europeo Sarkozy attacca Barroso. Dopo Berlusconi, anche Bossi sposa la linea francese. "Giuste le espulsioni, la maggior parte dei furti li fanno loro". Schierato con Parigi anche Zapatero
Com'era prevedibile, il francese Nicolas Sarkozy e il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso hanno affrontato faccia a faccia la questione dell'espulsione dei rom, incontrandosi oggi a Bruxelles. Tra i due, secondo fonti comunitarie, ci sarebbe stata un'accesa discussione durante il pranzo dei 27 del Consiglio. La notizia è confermata dal premier bulgaro Boyko Borisov. Il presidente "furibondo" avrebbe chiesto a Barroso "spiegazioni" sulle dure accuse lanciate dal commissario alla Giustizia, Viviane Reding, che ha prennunciato l'avvio di una procedura d'infrazione. Uscendo dall'incontro, il presidente francese è tornato a difendere la sua politica interna, affermando di rispettare le norme comunitarie. "La Francia è la prima terra d'accoglienza per gli esiliati d'Europa e tale vuole restare, ma - sottolinea il presidente Nicolas Sarkozy - non può accettare che intere famiglie vivano in campi illegali e non dignitosi. Per questo motivo continueremo nello smantellamento nello stretto rispetto delle leggi nazionali. Ritengo le dichiarazioni della commissione Ue, una ferita, un'umiliazione per Parigi. Ne ho parlato anche con Silvio Berlusconi e lui è d'accordo con me". Come detto, però, oggi la Commissione Europea non l'ha pensata allo stesso modo. Del resto non poteva che essere così. La questione, dal punto di vista della Ue, è semplice da un punto di vista legislativo: la normativa europea stabilisce che le espulsioni dei rom siano possibili solo a carico di singoli individui che si siano macchiati di reati. Gli allontanamenti di massa, invece, non sono mai attuabili, in nessun caso. Favorevoli - Dopo l'intervista di Silvio Berlusconi a Le Figaro, si è invece schierato con Sarkozy il premier ceco, Petr Necas, secondo cui la Francia ha "il pieno diritto di esigere che un cittadino Ue residente lavori, studi o dimostri di avere i mezzi per sostenersi". Anche Umberto Bossi ha sposato la linea dura adottata dal Governo Sarkozy sulla tematica dei rom. Nonostante le critiche degli Usa e la minaccia di una procedura disciplinare da parte dell'UE, il leader del Carroccio non ha esitato a dichiarare giusta la scelta del primo ministro francese sulle espulsioni. "Sì, Sarkozy sta facendo bene sulle espulsioni. La maggior parte dei furti li fanno i rom; certo non sono il demonio, però per la gente che lavora, torna a casa e la trova buttata per aria non è molto allegro: se rubi ai ricchi è un conto, ma se rubi ai poveri quelli si incazzano". Anche il primo ministro spagnolo, Zapatero, ha definito «inaccettabili» le dichiarazioni della vicepresidente della Commissione Ue, Viviane Reding, che ha fatto un parallelo tra l'espulsione dei rom in Francia e quanto successo durante la seconda guerra mondiale. Si tratta di «parole fuori luogo», ha spiegato Zapatero. A proposito delle dichiarazioni di Bossi, è intervenuto in maniera sarcastica il segretario del Pd Pierluigi Bersani. "Bossi, piuttosto, si preoccupi di qualche ladrone un po' più grosso, come quelli a cui sono state aperte delle autostrade con delle norme in Parlamento. E' una vergogna che non si riesca a governare in modo civile una piccola minoranza nomade che gira per l'Europa da mille anni. Ed è una vergogna che la politica, ad libitum, usi strumentalmente la questione per lucrarci su".