Fini rinsavisce: "Vietare il burqa è giusto"
La Lega è pronta a presentare un disegno di legge identico a quello della Francia: "Così sarà più difficile per la Commissione europea contestarne la validità e i principi". Il Pd ancora contrario
Dopo l'approvazione in Francia del ddl che vieta alle donne di indossare il velo integrale islamico nei luogi pubblici, il presidente della Camera Gianfranco Fini ammette di condividere la decisione d'oltralpe. Una decisione "non solo giusta ma anche opportuna e doverosa in ragione del valore attribuito dalla nostra Carta costituzionale alla dignità della donna, che non può essere sottoposta a violenze o a comportamenti indotti da parte di gerarchie diverse da quelle previste dalla legge". Così il numero uno di Montecitorio ha commentato la decisione del Senato francese nel corso della presentazione del libro di Massimo Angelilli "Quale costituzione per i cittadini stranieri", a Palazzo Marini. Fini rinsavisce - Fini si trova quindi sulla stessa linea di pensiero del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri. E' stato lui il primo ad affermare che anche in Italia dovrebbe essere approvata un testo simile: nel nostro Paese è già "in vigore una legge che vieta di andare in giro mascherati per garantire l'ordine pubblico. Nessuno scandalo, quindi, se anche nel nostro Paese si procede in tempi rapidi all'approvazione di una norma come quella approvata in via definitiva dal Senato francese che vieta l'uso del velo integrale in luoghi pubblici". E l'ex di An, per la prima volta dopo mesi di dissenso, condivide una proposta leghista: anche il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, infatti, sostiene che "vietare il burqa è giusto, e non si tratterebbe di discriminazione, bensì di uguaglianza. In Italia esiste una legge che vieta ai cittadini di circolare mascherati, basterebbe farla applicare in modo uguale nei confronti di tutti". L'opposizione - Contraria al divieto è l'opposizione. In particolare, secondo la senatrice Pd Vittoria Franco "il vero intento di una eventuale legge che vieti il burqa, non è la libertà delle donne, ma la sicurezza, la difesa 'dagli attacchi mai sopiti dei fondamentalisti'. Ma Gasparri prende anche una cantonata. La legge approvata dal Senato francese, infatti, non menziona esplicitamente il burqa o il niqab, ma parla di 'dissimulazione del volto nei luoghi pubblici', qualcosa di simile cioè alla nostra legge sulla sicurezza del 1975 che vieta di circolare in pubblico col volto coperto da indumenti o altro che impediscono l'identificabilità". Lega in prima fila - La Lega va a nozze con le dichiarazioni di Gianfranco Fini sul burqa e per voce del capogruppo della Lega Nord alla Camera, Marco Reguzzoni, dichiara: "Venerdì 17 settembre presenteremo un disegno di legge esattamente identico alla legge dello Stato francese. Sarebbe infatti giusto approvare, anche nel nostro Paese, un provvedimento uguale: in tal modo risulterebbe molto più difficile per la Commissione europea contestarne la validità e i principi". Sull'oggetto in questione, ovvero il divieto del burqa, il leghista aggiunge "Costringere una ragazza a celare il proprio volto è una pratica che non fa parte della cultura e dei valori dell`Unione europea". Sono le stesse parole del presidente Fini. Il Pd ancora contrario - La senatrice Pd, Vittoria Franco, è contraria al divieto del velo integrale introdotto in Francia. "Gasparri svela il vero intento di una eventuale legge che vieti il burqa - afferma - non la libertà delle donne, ma la sicurezza, la difesa "dagli attacchi mai sopiti dei fondamentalisti". Cosaa prevede la legge francese - La norma entrata ieri in vigore in Francia prevede la messa al bando del velo integrale islamico su tutto il territorio nazionale francese, incluse strade e piazze. La legge ha incassato il parere negativo del consiglio di Stato e il disagio espresso dalle comunità musulmane. Per chi viola la legge sono previste sanzioni di 150 euro e/o in un corso di educazione civica. Sanzioni che entreranno vigore solo dopo 6 mesi dalla promulgazione della norma. Chi obbliga una donna a coprirsi integralmente rischia invece un anno di carcere e una multa da 30.000 euro. Pene raddoppiate se la donna è minore.