Gelmini: "Sì alla lettura della Bibbia in classe"
La Ghizzoni (Pd) fa polemica: "La leggano in Cdm, dove non conoscono il significato della parola carità"
"La lettura della Bibbia nelle scuole è un'iniziativa a cui sono favorevole come ministro, come credente e come cittadina italiana". Lo scrive il ministro dell'istruzione Maria Stella Gelmini su Famiglia Cristiana. "La scuola deve istruire i ragazzi ma deve anche formare dei cittadini responsabili e degli adulti consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri. Questo insieme di valori e insegnamenti, nel mondo occidentale, è rappresentato dalla tradizione cristiana". Per il ministro, "è quindi importante che i nostri figli, nel bagaglio di conoscenze che la scuola deve garantire loro, possano incontrare fin da subito un testo che ha determinato la nascita della civiltà in cui viviamo e che parla ai cuori e alle coscienze di tutti". Del resto, ricorda, "l'Occidente è stato edificato sugli insegnamenti del cristianesimo ed è impossibile, senza comprendere questa presenza, studiare la sua storia, capire la filosofia, conoscerne l'arte e la cultura" né si può "dialogare e confrontarsi in modo proficuo con le altre culture. In una fase della storia che richiede il più ampio sforzo per sconfiggere l'odio, dobbiamo - conclude la Gelmini - fare in modo che i nostri giovani siano consapevoli della propria identità per potersi confrontare con le altre e crescere e vivere nel rispetto reciproco". La replica del Pd - La capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, replica alla Gelmini: "Il ministro cominci con il portare la Bibbia in consiglio dei ministri visto che molti suoi colleghi non conoscono il significato della parola carità. Con la sua lettera sembra che il ministro Gelmini cerchi rifugio nella Bibbia per nascondere il caos valoriale che regna in un governo che giustifica chi spara sui clandestini, che pensa che l'uguaglianza davanti alla legge sia da valutarsi caso per caso e che è sostenuto da chi dice che è lecito prostituirsi per fare carriera". Il riferimento è ai ministri Maroni e Frattini, intervenuti oggi sul mitragliamento libico, e alle affermazioni di ieri del deputato Stracquadanio, secondo cui è lecito usare il proprio corpo per fare carriera.