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Usa, intelligence vicina alla cattura di Bin Laden

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Un ex responsabile dei servizi segreti rivela: "Dopo l'11 settembre, per poco gli americani non riuscirono a prenderlo"

Eleonora Crisafulli
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Subito dopo l'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, le agenzie di intelligence occidentali si misero sulle tracce del leader di al Qaeda, Osama bin Laden, e per poco non riuscirono a prenderlo.  A rivelarlo, a distanza di anni,  è un ex responsabile europeo dei servizi segreti. Tra il 2003 e il 2004 - ha raccontato l'uomo in un'intervista alla Cnn a condizione dell'anonimato - un informatore alla frontiera tra Afghanistan e Pakistan con stretti legami con la leadership di al Qaeda fornì informazioni affidabili sul signore del terrore. Informazioni che però non furono abbastanza tempestive per colpire il leader di al Qaeda. Quando gli americani bombardarono il covo sulle montagne di Tora Bora, bin Laden e i suoi si erano già messi al riparo. In altre occasioni gli americani furono a un passo da acciuffare il numero uno di al Quaeda: dopo Tora Bora, bin Laden incontrò Khalid Sheikh Mohammed, ritenuto la "mente" delle stragi dell'11 settembre, prima che quest'ultimo fosse arrestato, nel febbraio 2003. Il terrorista fu poi quasi localizzato grazie ai frequenti contatti con il suo vice, il medico egiziano Ayman al Zawahir:  bin Laden evitava le grandi città e preferiva restare nelle aree rurali, raggiungeva spesso l'Afghanistan, malgrado la presenza di decine di migliaia di soldati statunitensi. I terroristi adesso potrebbero trovarsi nelle aree tribali del Pakistan, ma le informazioni dell'intelligence non sono sufficienti per la localizzazione esatta del nascondiglio.

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