La rivolta dei pastori a Roma. E l'accusa: "Lo Stato produce falso pecorino"
L'azienda statale Sismet confeziona il formaggio con latte rumeno o ungherese e lo spaccia come Made in Italy
La ricorderemo come la manifestazione del pecorino. E non c'è da scherzare. I pastori giunti in migliaia oggi a Roma per protestare contro la mancanza di una politica industriale verso il settore della pastorizia sono molto, ma molto arrabbiati. Nella capitale sono arrivati da Sardegna, Lazio, Toscana, Sicilia, Umbria, in "compagnia" di 7 milioni di pecore che hanno sfilato assieme ai loro pastori per le strade di Roma. La crisi nel settore è dovuta soprattutto al fatto che il latte di pecora è sottopagato dalle industrie a livelli decisamente insostenibili per gli allevatori. E ancora peggio, molte industrie lo comprano all'estero. E scandalo degli scandali, lo stesso Stato italiano, tramite la Sismet, produce pecorini spacciati come made in Italy, che invece sono prodotti con latte rumeno o ungherese. La manifestazi0ne - L'iniziativa ha preso il via intorno alle ore 10 di questa mattina, mentre, nel pomeriggio, è atteso il vertice con Ministero, Regione Lazio e le associazioni di categoria, Confagricoltura, Coldiretti e Cia. E, intanto, tutti si interrogano su quale sia la giusta "ricetta" per salvare la pastorizia italiana. "Mangiare un pò più di pecorino made in Italy". E'questa la soluzione offerta da Coldiretti proprio in occasione della manifestazione dei pastori, riunti per chiedere provvedimenti a sostegno del comparto. L'associazione sembrerebbe dunque non avere alcun dubbio: "Il consumo di mezzo chilo di vero pecorino italiano in più a famiglia, nell'arco di un anno, risulterebbe sufficiente per salvare la pastorizia italiana e il valore culturale, ambientale ed economico che rappresenta". Nel nostro Paese, ha illustrato Coldiretti, nel 2009 sono stati prodotti più di 61milioni di chili di pecorino di cui, oltre la metà, a denominazione di origine (Dop). Ma, ha denunciato l'organizzazione, sempre lo scorso anno, la produzione Made in Italy, a denominazione d'origine, è calata del 10% a testimonianza della crisi che sta attraversando il settore. Lo scandalo del falso pecorino italiano prodotto dallo Stato - Davanti alla sede del Ministero è stato inoltre allestito un "tavolo di denuncia" sul falso pecorino italiano che toglie spazio al prodotto genuino e originale. E, tra i Paesi produttori dell'alimento contraffatto, strano, ma vero, ci sarebbe anche l'Italia. "Lo Stato italiano, attraverso la Sismet, è proprietario di un'industria che, in Romania, con latte romeno e ungherese, produrrebbe formaggi di pecora che vengono spacciati come Made in Italy sul mercato europeo, contribuendo così a uccidere con la concorrenza sleale i pastori italiani" - è questa la denuncia contenuta proprio nel dossier della Coldiretti elaborato per l'occasione. "Siamo di fronte - ha continuato la Coldiretti - a un caso eclatante in cui lo Stato italiano, impegnato a combattere il finto Made in Italy, al contrario, ne diventa addirittura produttore". Sismet sarebbe infatti, come denunciato da Coldiretti, socio proprietario di una società con sede in Romania che, utilizzando latte di pecora romeno e ungherese, produrrebbe formaggi rivenduti con nomi italiani, tra cui "Dolce Vita", "Tuscanella" e "Pecorino" in base alle indicazioni riportate sullo stesso sito della società. Lactitalia trasformerebbe poi il latte di mucca e di pecora e commercializzerebbe i propri prodotti con due marchi, uno per il mercato estero e uno per quello rumeno, quali appunto la "Dolce Vita" e "Gura de Rai".