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Napolitano bacchetta i Viola e i grillini per i fischi a Schifani

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I manifestanti si sono riuniti a Torino per contestare il presidente del Senato che ha parlato alla festa del Pd

Eleonora Crisafulli
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Il Popolo Viola e il movimento dei grillini si erano dati appuntamento tramite Facebook alla Festa del Pd di Torino. Obiettivo del raduno: contestare il presidente del Senato, Renato Schifani, atteso in piazza Castello per un dibattito con Fassino, e criticarlo in particolare "sulle sue posizioni sulla mafia vicine a Berlusconi". Ma le forze dell'ordine presenti in piazza Castello, molte delle quali in borghese, hanno impedito ai contestatori di accedere all'area stand dove si svolgerà l'incontro. Motivi di ordine pubblico, ma non solo. Anche il segretario provinciale del Pd, Gioacchino Cuntrò, infatti, è d'accordo nel tenere lontano le teste calde: "Se volete manifestare lo fate fuori dall'area della festa. Se foste stati invitati vi avremmo lasciati entrare". Viola e grillini delusi protestano da dietro le transenne. Urli, fischi e insulti un po' per tutti: "E' scandaloso che alla festa di un partito che si definisce democratico - spiega Simonetta, una delle manifestanti - ci lascino fuori. Noi vogliamo semplicemente entrare ed ascoltare e fare delle domande a Schifani sull'attuale situazione politica italiana". E ancora: "Non esiste che il Pd che si dice partito democratico non dialoghi con il pubblico". "Sono profondamente deluso - dice Salvatore Arduino - da una sinistra che si è distaccata sempre più dai valori di Berlinguer". Tenendo in mano fogli di giornale e libretti rossi in riferimento all'agenda di Borsellino, i contestatori gridano in coro: "Vergognatevi di quello che fate". Al suo arrivo Schifani risponde ai manifestanti: "Siete un esempio di antidemocrazia perché volete impedire a due personalità politiche di parlare, lasciateci discutere. Sono onorato di partecipare a questo dibattito e non saranno i vostri fischi a impedirmi di parlare". Anche Piero Fassino è intervenuto: "Abbiamo letto sui giornali in questi giorni che c'è qualcuno che ha tentato di organizzare squadre di contestatori a Fini e li abbiamo definiti squadristi. È lo stesso metodo. Vorrei dire a chi sta urlando di provare ad ascoltare, la festa del Pd è un luogo dove si discute e si mettono a confronto le idee". Le parole dei due esponenti politici non hanno fermato viola e grillini: un contestatore che si trovava già dentro l'area dibattiti ha iniziato a urlare contro il presidente del Senato ma è stato bloccato dagli agenti della Digos. Napolitano - Il presidente della Repubblica bacchetta i viola e i grillini: "Deploro vivamente - dice Napolitano - l'episodio verificatosi oggi a Torino ai danni del presidente del Senato e ogni forma di contestazione aggressiva sia verso figure di particolare responsabilità istituzionale sia verso qualsiasi esponente politico nell'esercizio della sua inconfutabile libertà di parola e di opinione".  E ancora: "Il tentativo di impedire con intimidatorie gazzarre il libero svolgimento di manifestazioni e discorsi politici è un segno dell'allarmante degenerazione che caratterizza i comportamenti di gruppi sia pur minoritari incapaci di rispettare il principio del libero e democratico confronto e di riconoscere nel Parlamento e nella stessa magistratura le istituzioni cui è affidata nel sistema democratico ogni chiarificazione e ricerca di verità". Anche la terza carica dello Stato  Gianfranco Fini esprime "solidarietà a nome mio e di tutta la Camera dei deputati per l'intollerabile contestazione subita oggi dal presidente Schifani: così si supera di gran lunga il termine della dialettica e del reciproco rispetto, che sono l'abc della politica". Grillo - Al capo dello Stato risponde il leader del MoVimento 5 Stelle Beppe Grillo: "Questo è solo l'inizio. Devono rendersi conto che è finita. Che si blindino con i poliziotti antisommossa, chiamino Maroni e l'esercito. Paghino la gente che va ai comizi per applaudirli. Oppure se ne vadano a casa. Io non sono l'autore o il sobillatore, io interpreto quello che vedo e che sento: la gente non ce la fa più". In difesa dei suoi, Grillo ha aggiunto: "Sono persone educate, perbene che manifestano un pensiero assolutamente giusto". Solidarietà a Schifani - Per il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, "le parole di Fassino non cancellano la gravità di quanto è avvenuto. Nell'esprimere solidarietà al presidente Schifani non si può non evidenziare il clima di intolleranza creato dalla sinistra. Insulti, odio, astio producono frutti velenosi. Alcuni svolgono un ruolo di punta ma altri fanno i fiancheggiatori. Basta pensare alle parole di Bersani dell'altro ieri". Dello stesso avviso Daniele Capezzone, portavoce del Pdl:  "Dopo che il segretario Bersani ha scelto di toccare il fondo usando la parola "fogna" per riferirsi al centrodestra e alla politica della maggioranza, il Pd non ha il diritto di stupirsi (o di scansare le responsabilità) per l'indegna aggressione dei grillini contro il presidente Schifani, a cui esprimo totale solidarietà. Ormai, a sinistra, c'è una rincorsa verso il peggio: guidano Di Pietro e i grillini, segue il Pd. Ma è una gara avvilente". Infine "vicinanza e solidarietà" a Schifani arrivano anche dal ministro per l'Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi: "E' grave ciò che è accaduto. Sono manifestazioni scellerate di persone che hanno fatto dell'antipolitica il loro pane quotidiano. Pochi giorni fa dell'Utri, oggi Schifani: nel Paese monta un clima d'odio che deve indurre tutti a riflettere e ad abbassare i toni".  Bersani - Il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani ha telefonato al presidente del Senato per esprimere "solidarietà e profondo rammarico", stigmatizzando "la gazzarra indecente" che ha disturbato l'incontro. "Il dibattito politico anche il più aspro deve segnare un confine netto con la prepotenza e la prevaricazione. Le nostre feste vivono come luoghi aperti di incontro e di discussione politica. Così le abbiamo volute, così sono e saranno. Qualcuno si levi dalla testa di poterci intimorire o farci derogare da questa scelta".

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