Confalonieri e Feltri tranquillizzano il Cav sulla nascita del partito di Fini
"Così ognuno avrà il proprio regno sui cui governare". E poi si potrà sempre siglare un'alleanza
Mancano solo 24 ore a Mirabello e gli uomini più vicini al Cavaliere danno consigli attraverso le pagine del Foglio. Secondo Vittorio Feltri, direttore del Giornale, e Fedele Cofalonieri, presidente di Mediaset, non sarà un dramma un nuovo partito con a capo Fini. “L'unica pace possibile è un pace tra diversi: la nascita di un partito finiano, federato con il Pdl”. Dalla parte di Mediaset – Confalonieri è amico di vecchia data del Presidente del Consiglio e lo segue da anni nel bene, con la nascita e lo sviluppo di Mediaset,e nel male, nei vari processi in cui è stato coinvolto il premier. “Capisco che Silvio si sia stufato – dice in un'intervista al Foglio – ma secondo me, Mirabello o non Mirabello, non c'è ragione per continuare a tormentarsi e a correre rischi con l'elettorato”. Confalonieri parla del Pdl come un partito robusto, sapiente, in crescita, “solo che non è un luogo dove possano coabitare il temperamento di un Berlusconi, che non ha mai accettato mediazioni d'apparato e di politica professionale nel suo rapporto diretto con l'elettorato, e i metodi, il linguaggio e le ambizioni di un Fini che ha una carriera immersa nelle mediazioni della politica, nel modo di essere dei partiti ttradizionali.” La soluzione sembra essere “il bipolarismo, una solidarietà di fondo intorno a certi valori”. Per il capo di Mediaset “c'è tanta esperienza e ci sono tante idee al fondo che possono essere comuni: conviene smetterla di pensare a una riunificazione e fare la pace tra soggetti separati”. La voce della stampa – Vittorio Feltri è stato chiamato alla direzione del Giornale nel 1994 da Paolo Berlusconi mentre Silvio scendeva in politica. Ci rimase quattro anni per poi riprenderne la direzione ad agosto dell'anno scorso, caricando subito il fucile contro Dino Boffo, direttore dell'Avvenire, e poi contro Fini per le aperture sul voto amministrativo agli immigrati e testamento biologico. I rapporti tra il giornalista e il politico non sono migliorati nel tempo, soprattutto dopo le vicende di Montecarlo. Ma Feltri ritiene ancora importante l'aiuto di Fini per il Pdl. “Resta in campo solo un'opzione che mi sento di suggerire al Cavaliere, la possibilità di un'alleanza, sia pure non matrimoniale, con l'ex presidente di An” ha dichiarato il direttore al quotidiano di Ferrara. “A Fini va concesso liberamente di ricostruirsi un proprio pollaio. D'altra parte lui è un capetto, lo è sempre stato”. Soluzione difficile secondo Feltri perché “Fini e Berlusconi hanno dimostrato un irrazionale incompatibilità caratteriale”. Altrimenti in questi mesi il compromesso sarebbe stato possibile ma “adesso non ci sono troppe alternative. O si accordano separandosi pacificamente o si va dritti dritti alla crisi di governo”. Forse domani sapremo qualcosa di più.